Nel complesso mondo delle contribuzioni previdenziali, finalmente una boccata d’aria: il decreto-legge n. 202/2024, pubblicato il 27 dicembre 2024, ha portato un importante aggiornamento che riguarda i Contributi non versati dalle pubbliche amministrazioni e, indirettamente, tutti i loro dipendenti. Il messaggio è chiaro: più tempo per mettersi in regola e nessuna sanzione per chi adempie entro i nuovi termini.
In questo articolo spiegheremo cosa cambia, perché è importante e — soprattutto — perché i lavoratori possono dormire sonni tranquilli, senza temere di perdere i propri contributi.
Andiamo subito al punto: con il decreto-legge n. 202/2024 il Governo ha deciso di prorogare i termini per le pubbliche amministrazioni che devono versare contributi previdenziali arretrati.
Prima la scadenza per “sospendere” la prescrizione dei contributi riguardava solo i pagamenti dovuti fino al 31 dicembre 2019, e il termine ultimo per regolarizzarsi era il 31 dicembre 2024. Ora invece:
Ma c’è di più: chi paga entro il nuovo termine non dovrà neppure versare sanzioni civili (le famigerate “multe” per ritardi nei pagamenti). Un piccolo regalo di Natale, anche se con un leggero ritardo, per molte amministrazioni pubbliche.
La proroga riguarda due tipi principali di contributi:
In sostanza, si parla di tutti quei versamenti che servono a garantire le pensioni e le tutele assistenziali dei dipendenti pubblici e dei collaboratori.
E veniamo a una delle parti più rassicuranti della nuova normativa.
Quando si parla di prescrizione dei contributi, il rischio è che, trascorsi certi termini, i contributi non versati non possano più essere recuperati e non vengano più riconosciuti al lavoratore per il calcolo della pensione.
Con il nuovo decreto, però, viene chiarito che:
Tradotto in parole semplici: i lavoratori pubblici e i collaboratori non rischiano di vedersi cancellare gli anni di lavoro ai fini pensionistici, nemmeno se la loro amministrazione ha avuto qualche “dimenticanza” lungo il percorso.
Dal punto di vista delle pubbliche amministrazioni, questo decreto offre una seconda opportunità. Un po’ come rimettere l’orologio indietro di un anno, ma senza la necessità di una macchina del tempo.
Le PA possono:
Aspetto | Prima | Dopo il decreto-legge 202/2024 |
---|---|---|
Periodo retributivo coperto | Fino al 31 dicembre 2019 | Fino al 31 dicembre 2020 |
Termine per versare senza prescrizione | 31 dicembre 2024 | 31 dicembre 2025 |
Sanzioni civili per ritardi | Nessuna fino al 31 dicembre 2024 | Nessuna fino al 31 dicembre 2025 |
Possibilità di pagamento a rate | Sì | Sì |