Pensioni, le 5 Regioni dove si ottengono più Assegni Assistenziali

Nel 2025 l’Inps ha registrato un boom delle pensioni assistenziali, che oggi rappresentano il 50,7% dei nuovi trattamenti. Un aumento impressionante rispetto al 39,8% del 2004. Il fenomeno è particolarmente forte al Sud.

Vediamo quali sono le regioni maggiormente interessate e le prestazioni più “gettonate” in questa fase.

Le 5 regioni con più prestazioni assistenziali

Analizzando il coefficiente di pensionamento standardizzato, emerge che sono cinque le regioni dove l’Inps eroga il maggior numero di prestazioni assistenziali:

  • Calabria: 131 prestazioni ogni mille abitanti
  • Campania: circa 121 prestazioni ogni mille abitanti
  • Puglia: 115 prestazioni ogni mille abitanti
  • Sardegna: valori molto elevati, sopra la media nazionale
  • Sicilia: alta incidenza di assegni assistenziali rispetto al numero di residenti

Queste regioni evidenziano come l’assistenza sociale sia diventata fondamentale, soprattutto nelle aree più fragili economicamente.

Quali sono le prestazioni assistenziali più diffuse

Secondo l’Inps, la prestazione di maggior rilievo nel 2025 è l’indennità di accompagnamento per invalidi totali. Questa forma di assistenza rappresenta il 45,8% delle prestazioni assistenziali e il 46,9% della spesa annua.

Oltre all’indennità di accompagnamento, il quadro delle prestazioni assistenziali include:

  • Pensioni e assegni sociali (20,6% del totale)
  • Pensioni e indennità per invalidi civili (79,4% del totale)
  • Indennità di frequenza ai minori
  • Indennità di comunicazione
  • Pensioni agli invalidi totali sotto i 65 anni

Le prestazioni legate all’invalidità civile sono ormai l’asse portante: 88,1% delle prestazioni assistenziali deriva da situazioni di invalidità.

I numeri dell’assistenza Inps

Al 1° gennaio 2025, l’Inps gestisce 4.298.814 prestazioni assistenziali, su un totale di 17.986.149 pensioni complessive.

Il costo annuale per le sole prestazioni assistenziali ammonta a 27,3 miliardi di euro.

Il tasso di mascolinità di queste prestazioni resta basso, inferiore al 50%, a causa della maggiore longevità femminile e della vulnerabilità economica delle donne anziane.

Foto Copyright: Nevera Editore Srl