Si sono ufficialmente chiuse il 15 aprile le domande per il Reddito di Povertà in Sicilia. La misura, voluta dal presidente della Regione Renato Schifani, mette a disposizione 30 milioni di euro per aiutare le famiglie in condizioni economiche gravissime.
Sono arrivate circa 97 mila richieste. Un numero altissimo, che supera di gran lunga le possibilità di copertura economica. Secondo i primi calcoli, i fondi disponibili basteranno solo per circa 11 mila famiglie.
Il Reddito di Povertà è un contributo una tantum destinato alle famiglie residenti in Sicilia da almeno 5 anni e con un Isee 2023 inferiore a 5.000 euro.
Il contributo varia in base al punteggio:
I punti vengono assegnati in base al reddito, al numero di componenti, alla presenza di figli minori, alla condizione abitativa e sociale.
Adesso i 97 mila candidati attendono la pubblicazione della graduatoria ufficiale, prevista per il mese di maggio. Molti Comuni siciliani prevedono che sarà pronta entro i primi dieci giorni.
Il punteggio sarà determinante. A parità di punteggio, si darà priorità ai nuclei con più figli minori e, successivamente, a quelli in condizioni di disagio sociale. In caso di ulteriore parità si procederà tramite sorteggio.
L’Irfis, l’istituto incaricato dell’erogazione, ha annunciato controlli rigorosi su tutte le domande. Saranno incrociati i codici fiscali per individuare domande multiple inviate da componenti dello stesso nucleo familiare.
In questi casi, tutte le richieste del nucleo saranno annullate e la famiglia resterà esclusa dal beneficio.
In generale, l’Irfis stima che tra il 10% e il 20% delle domande potrebbe essere annullato per irregolarità o mancanza dei requisiti.
Nonostante il boom di richieste, la Regione Siciliana ha già chiarito che non ci sarà un aumento dei fondi e non verrà pubblicato un secondo bando. Chi non rientrerà nella graduatoria dovrà attendere altre misure di sostegno, come il nuovo bando per il credito al consumo recentemente approvato.