Sciopero contro le Prove Invalsi 2025: Stabilite 3 Date e le Modalità della Protesta

Partiranno il 6 maggio 2025 le prove Invalsi rivolte alla scuola primaria. Si comincia con Inglese, riservato alle classi V.

Si prosegue il 7 maggio con Italiano per classi II e V, e si chiude il 9 maggio con Matematica, sempre per II e V.

Sciopero nazionale durante le prove Invalsi

Anche quest’anno la protesta è annuciata. I sindacati CUB – SUR ed SGB hanno proclamato uno sciopero breve durante le giornate delle prove.

L’obiettivo: boicottare le Invalsi e denunciare quello che definiscono un sistema di schedatura di massa.

Gli insegnanti aderenti allo sciopero il 7 maggio saranno regolarmente in classe, ma non somministreranno le prove, anche se nominati come somministratori. E così anche nei giorni a seguire con il rifiuto di effettuare correzioni.

Dopo quella data, la protesta continuerà con il rifiuto di correggere e tabulare i risultati. Una sorta di “sciopero bianco”, quello che si realizza quando il lavoratore è regolarmente sul luogo di lavoro ma incrociando le braccia si rifiuta di eseguire le sue mansioni.

Le accuse: “Prove inutili e dannose”

I sindacati attaccano il modello Invalsi alla radice. Le prove sono viste come strumenti di valutazione standardizzati, inadatti a descrivere la realtà scolastica italiana.

Secondo CUB Scuola, gli Invalsi:

  • Non considerano la complessità delle classi
  • Ignorano i disturbi dell’apprendimento
  • Trascurano i contenuti effettivamente svolti
  • Penalizzano chi lavora in contesti difficili

“Teaching to test” e abbassamento dei livelli

Uno degli effetti più dannosi, secondo i sindacati, è la pratica del “teaching to test”.

Molti docenti sarebbero spinti a preparare gli alunni solo per superare le prove, sacrificando la didattica e il pensiero critico.

Questo, secondo la Cub, sta portando a un progressivo abbassamento del livello di conoscenze in tutte le scuole italiane. Nel comunicato ufficiale, inoltre, Cub Scuola parla chiaro: l’Invalsi è definito un “carrozzone parassitario”.

Un ente che scarica lavoro burocratico gratuito sui docenti e impone un modello educativo aziendalista e competitivo. I test non servono a migliorare la scuola, ma a schedare alunni e insegnanti, con fini più politici che pedagogici.