Dopo mesi di relativa calma, ad aprile 2025 l’inflazione torna a salire. Secondo la stima preliminare dell’Istat, l’indice dei prezzi al consumo cresce del 2,0% su base annua, rispetto all’1,9% di marzo, e dello 0,2% su base mensile.
Dietro questo mini-rimbalzo, ci sono soprattutto i rincari degli alimentari e dei servizi legati ai trasporti. Lo conferma ISTAT nel bollettino del 30 aprile.
I beni alimentari aumentano del +3,0% (erano +2,4% a marzo), trainati in particolare dagli alimentari non lavorati, che passano dal +3,3% al +4,2%. Anche i prodotti lavorati mostrano un’accelerazione: da +1,9% a +2,3%.
Ma il dato più sorprendente riguarda i servizi relativi ai trasporti: +4,4%, contro il +1,6% di marzo. La causa? Fattori stagionali probabilmente, come Pasqua e i ponti di primavera, che spingono viaggi e spostamenti. E che annunciano un rialzo generale dei prezzi in vista della stagione turistica estiva.
Nel comparto energetico, si aggrava l’aumento dei prezzi regolamentati, con un balzo del +32,9% su base annua (contro il +27,2% di marzo). Paradossalmente, su base mensile questi prezzi scendono del 6%, segno di forti oscillazioni nel settore. Il Bonus Bollette promesso dal Governo, rispetto a questa dinamica, appare lontano e debole, certamente non in grado ad aiutare le famiglie.
Scendono invece i prezzi degli energetici non regolamentati, che tornano in territorio negativo: -2,9%, contro il +0,7% di marzo.
Il cosiddetto “carrello della spesa”, cioè i beni alimentari e per la cura della casa e della persona, accelera al +2,6% annuo, rispetto al +2,1% precedente. Anche l’inflazione di fondo, che esclude energia e alimentari freschi, sale al +2,1% (da +1,7%).
I servizi crescono del +3,0% su base annua, mentre i beni rallentano all’+1,1%. Il divario tra beni e servizi si allarga, passando da 1,0 a 1,9 punti percentuali.
L’indice armonizzato dei prezzi (IPCA) cresce dello 0,5% su base mensile e del 2,1% su base annua, trainato anche dalla fine dei saldi stagionali.
Per Confcommercio, l’aumento è legato alla stagionalità, ma si attendono rallentamenti nei prossimi mesi. Più prudente Confesercenti, che segnala rincari significativi rispetto al 2021: +70% per l’energia e +20% per gli alimentari, con possibili ricadute su famiglie e imprese.