Annunciata una nuova mobilitazione nel settore: al centro della protesta la proposta contrattuale di Federmeccanica e Assistal e la mancata tutela dei salari reali.
Il prossimo 23 maggio il settore metalmeccanico sarà interessato da uno sciopero nazionale di 8 ore. Un’iniziativa che arriva in un momento di forte irrigidimento del confronto sul rinnovo del contratto nazionale.
A promuoverla è USB – Lavoro Privato, Categoria Operaia dell’Industria, sindacato non firmatario del contratto nazionale, che spiega la scelta come una risposta diretta all’“atteggiamento da padronato di fine Ottocento” da parte di Federmeccanica e Assistal.
La nota del sindacato di base è dura: “Federmeccanica propone un contratto dal nome innovativo – ‘ESG’ (Environment, Social, Governance) – ma nei fatti si rifiuta di garantire aumenti salariali certi e adeguati all’inflazione”.
Nel merito, la proposta congiunta di Federmeccanica e Assistal prevede:
Secondo USB, mentre il contesto globale è segnato da instabilità economica, guerra e tensioni commerciali, Federmeccanica e Assistal “invece di tutelare il lavoro, alzano muri salariali per difendere solo i profitti”.
Secondo l’OCSE, i salari reali in Italia sono crollati del 6,9% tra il 2019 e il 2023, il peggior dato tra i Paesi avanzati. L’ILO conferma che l’Italia è tra i Paesi europei più colpiti dalla perdita di potere d’acquisto.
USB denuncia che il contratto attuale – firmato nel 2021 da FIM, FIOM e UILM – “non tutela i salari, non recupera il potere d’acquisto e ha contribuito al loro crollo”. Il meccanismo dell’IPCA depurato “esclude i beni energetici importati”, cioè proprio “luce, gas, carburanti”, quelli che più pesano sui bilanci familiari.
USB non ha la rappresentatività di FIM, FIOM e UILM, ma è presente con delegati in vari stabilimenti. La proclamazione dello sciopero dimostra che il confronto si è radicalizzato, anche per la persistente indisponibilità di Federmeccanica e Assistal a raggiungere un’intesa.
Fino ad aprile, i sindacati firmatari FIM, FIOM e UILM, hanno già proclamato 32 ore di sciopero complessive. E a maggio potrebbero arrivare altre iniziative vista l’assenza di una convocazione degli Industriali. L’iniziativa del sindacato di base si inserisce in un quadro in cui cresce la richiesta di una netta discontinuità.
“Basta rinnovi al ribasso, basta compromessi sulla pelle di chi produce ricchezza ogni giorno”, conclude USB. “Contro un contratto truffa, per salari veri, orario ridotto e pieni diritti per chi lavora”.