Per circa 12 milioni di lavoratori è in arrivo una novità storica: la riduzione dell’orario settimanale da 40 a 37,5 ore, mantenendo invariato lo stipendio.
È quanto sta per accadere in Spagna, dove il Consiglio dei Ministri è impegnato con l’approvazione di un progetto di legge, frutto di un accordo tra il Ministero del Lavoro e i principali sindacati, CCOO e UGT sottoscritto lo scorso dicembre.
La riforma prevede una modifica dell’articolo 34 dello Statuto dei Lavoratori, riducendo l’orario settimanale massimo da 40 a 37,5 ore senza diminuzioni salariali. Questa riduzione corrisponde a circa 150 ore lavorative in meno all’anno e si traduce in più giorni liberi per i lavoratori, favorendo quindi un miglior equilibrio tra vita lavorativa e vita privata.
Il Ministero del Lavoro spagnolo stima che circa 12 milioni di lavoratori beneficeranno di questa riforma, con particolare impatto nei settori meno coperti da contratti collettivi, come il commercio e l’agricoltura.
Secondo un sondaggio, il 68% degli spagnoli è favorevole alla riduzione dell’orario di lavoro. Tuttavia, c’è chi ha espresso delle riserve: i datori di lavoro, per esempio, temono un aumento dei costi per le aziende e una perdita di competitività, soprattutto per quelle di piccole e medie dimensioni.
Il progetto di legge è comunque sostenuto con convinzione dai principali sindacati del Paese e sarà al centro della seduta del Consiglio dei ministri di oggi, martedì 6 maggio.
A volere la sua approvazione c’è anche Yolanda Dìaz, ministra del Lavoro, leader della formazione di sinistra Sumar e figura centrale nelle politiche progressiste del governo Sánchez. «La riforma non è tesa a far lavorare meno le persone, ma a lavorare meglio e vivere di più», ha spiegato Dìaz più volte.
Se il progetto di legge venisse approvato, entrerebbe gradualmente in vigore entro la fine del 2025, con l’intento di rendere effettiva la nuova settimana lavorativa da 37,5 ore a partire dal 1° gennaio 2026.
In Italia, il tema della riduzione dell’orario di lavoro è al centro delle discussioni politiche e sindacali. Alleanza Verdi Sinistra (Avs) ha presentato una proposta di legge per ridurre l’orario settimanale a 32 ore senza diminuire il salario.
E anche i sindacati dei metalmeccanici Fim, Fiom e Uilm, nella piattaforma per il rinnovo del contratto collettivo nazionale, hanno proposto una fase di sperimentazione per una settimana lavorativa di 35 ore a parità di retribuzione.
Ma per adesso le due proposte hanno poche chances di essere accolte. Le imprese, infatti, non approvano la riduzione d’orario e il Governo non intende scontentarle.