Nel 2024 le rimesse dei lavoratori immigrati in Italia verso i Paesi d’origine sono cresciute leggermente, toccando quota 8,29 miliardi di euro, in aumento rispetto agli 8,24 miliardi dell’anno precedente (valori corretti per l’inflazione).
Da sole, le province di Roma e Milano generano un quarto di questo flusso: rispettivamente un miliardo e 911 milioni di euro. Queste due città sono le principali piattaforme di invio del denaro verso l’estero.
Il primo Paese destinatario è il Bangladesh, che riceve 1,4 miliardi di euro. Seguono il Pakistan (600 milioni) e il Marocco (575 milioni). Solo il Bangladesh raccoglie il 17% del totale, con una crescita del 19% rispetto al 2023.
I dati, forniti dalla Fondazione Leone Moressa su base Banca d’Italia, riguardano i trasferimenti tracciati: via banche, poste, money transfer e operatori mobili. Ma c’è anche un’altra fetta, quella delle rimesse informali, che sfugge ai canali ufficiali.
La stessa Fondazione stima che le rimesse non tracciate, cioè effettuate potrebbero valere in Italia tra 1,2 e 3,7 miliardi di euro in più. Denaro che non risulta nei dati ufficiali ma che lascia comunque il territorio nazionale.
La Lombardia è la regione con la somma più alta inviata all’estero: 1,816 miliardi. Seguono il Lazio con 1,271 miliardi, l’Emilia-Romagna con 826 milioni e il Veneto con 694 milioni. Sono le aree a maggiore concentrazione di manodopera immigrata.
Nel 2024 in Italia vivevano 5,3 milioni di cittadini stranieri. La media delle rimesse per ciascuno di loro è di circa 131 euro al mese. Un dato che fa riflettere sul peso reale di queste somme per l’economia di altri Paesi.
Per le Filippine, quasi il 60% dei 570 milioni ricevuti proviene da Roma e Milano. Per la Georgia, dei 501 milioni inviati, quasi un quarto arriva da Napoli e Bari. I flussi seguono le rotte migratorie e la distribuzione delle comunità sul territorio italiano.