«Visentin vuole dare un’impronta ideologica a questo rinnovo. Non è solo una trattativa sindacale, ma un attacco al contratto nazionale dei metalmeccanici». A parlare è Andrea Besani della Fiom Cgil di Varese sul quotidiano VareseNews.it, tra i sindacalisti che seguono da vicino il confronto tra Federmeccanica e le organizzazioni sindacali per il rinnovo del contratto nazionale.
Secondo Besani, la novità non è solo nel merito della trattativa, ma anche nel metodo: «Prima le trattative le conduceva il direttore generale. Ora invece c’è un protagonismo inedito del presidente Visentin, che partecipa alle riunioni plenarie e ristrette». Un segnale, per la Fiom, di un cambio di strategia.
Una delle grandi aziende che ha rotto il silenzio è Leonardo. Il colosso della difesa e dell’aerospazio – che ha impianti in diverse regioni italiane – ha fatto recapitare nei giorni scorsi una lettera a tutte le territoriali di Confindustria. La Dirigenza del Gruppo, che registra una crescita del portafoglio ordini in del 6-7% (di cui beneficiano anche migliaia di aziende dell’indotto) è preoccupata di non poter portare a termine gli ordinativi.
L’iniziativa, svelata dal quotidiano Il Foglio, è firmata da Gaetano Giannella, vicepresidente per le relazioni industriali del gruppo. Formalmente, la comunicazione annuncia la nomina del nuovo presidente di Federmeccanica, ma nei contenuti mette nero su bianco una richiesta precisa: riaprire subito la trattativa per il rinnovo del contratto.
“La mediazione va trovata e va trovata ora” scrive Giannella, sottolineando come la stasi attuale stia già avendo ricadute concrete sulla continuità produttiva e sulla tenuta delle relazioni industriali. “Crediamo in un accordo sostenibile dal punto di vista economico e industriale – prosegue – ma serve il coraggio di valutare con realismo il contesto e le posizioni sindacali”.
Leonardo non nasconde le sue critiche alla rigidità della proposta di Federmeccanica, giudicata insufficiente. Allo stesso tempo, riconosce che nella piattaforma sindacale ci sono elementi che mettono in tensione la sostenibilità economica delle imprese. Ma la soluzione, secondo il gruppo, non può essere l’immobilismo.
L’uscita di Leonardo sembra riflettere un malcontento crescente anche tra altri grandi gruppi industriali aderenti a Federmeccanica. Si parla di un fronte di “colombe” favorevole a una mediazione (composto soprattutto da grandi aziende), opposto a quello dei “falchi”, rappresentato da molte piccole e medie imprese preoccupate per gli impatti economici della piattaforma sindacale.
La lettera di Leonardo, però, ha avuto l’effetto di rendere visibili le divergenze interne a Confindustria e a Federmeccanica. Il rinnovo del contratto dei metalmeccanici, per il peso della categoria, è ormai diventato una questione di sistema.