Abitare in un luogo anziché in un altro può determinare una diversità di tassazione. Il federalismo fiscale, ovvero la possibilità degli enti locali (comuni e regioni) di determinare aliquote IRPEF da destinare al proprio territorio ha prodotto differenze notevoli tra regioni. Ed anche gli effetti sullo stipendio si fanno sentire.
I contribuenti meno penalizzati sono quelli che abitano nelle regioni a statuto speciale, mentre i più penalizzati sono i contribuenti che abitano in due regioni specifiche, che hanno le aliquote maggiori. Vediamo quali sono.
Le addizionali IRPEF sono imposte locali introdotte alla fine degli anni ’90 nell’ambito del Federalismo Fiscale, con l’obiettivo di garantire agli enti locali una parte del gettito fiscale.
Da ricordare che sono state fortemente sostenute dagli elettori e recepite dalla politica.
Esse sono suddivise in due categorie principali:
Ogni Regione e Comune ha la facoltà di stabilire le proprie aliquote e, in alcuni casi, possono essere previsti scaglioni di reddito con aliquote differenziate. Queste imposte vengono trattenute direttamente dallo stipendio da parte del sostituto d’imposta, nel periodo compreso tra gennaio e novembre ad eccezione dei dipendenti pubblici la cui ritenuta parte da marzo e termina a novembre.
Le due regioni italiane a Statuto ordinario che hanno la tassazione più alta sono: Lazio e Campania.
Le addizionali IRPEF si calcolano sull’imponibile fiscale dell’anno precedente, rilevato dalla Certificazione Unica (CU). Questo significa che l’importo da pagare è basato sul reddito dichiarato l’anno precedente. Ad esempio, le addizionali pagate nel 2025 si riferiranno al reddito del 2024.
Le addizionali IRPEF sono chiaramente identificate nei cedolini NoiPA attraverso specifici codici:
Il cambio di residenza influisce sulle addizionali IRPEF in base al principio della residenza al 1° gennaio dell’anno di riferimento. Questo significa che se un contribuente cambia residenza durante l’anno, le addizionali continueranno a essere calcolate sulla base della residenza dichiarata al 1° gennaio.
Immaginiamo un dipendente pubblico che cambia residenza il 1° aprile 2025, passando dal comune di Palermo (Sicilia) a quello di Torino (Piemonte):
Anno presentazione dichiarazione dei redditi | Regione destinataria | Comune destinatario | Tipologia |
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2026 | Sicilia | Palermo | Saldo e acconto (residenza al 1° gennaio 2025 comune di Palermo) |
2027 | Sicilia | Torino | Saldo regionale e acconto comunale (residenza al 1° gennaio 2026 comune di Torino) |
2028 | Piemonte | Torino | Saldo e acconto |