Le segreterie nazionali di Fim, Fiom e Uilm lanciano l’allarme: se entro il 31 maggio non verrà riaperta la trattativa sul rinnovo dei contratti collettivi, sarà sciopero nazionale unitario per tutti i metalmeccanici.
L’annuncio arriva oggi, a Bologna, durante l’Assemblea nazionale convocata dai tre sindacali confederali alla presenza di 1.500 delegati e delegate provenienti da tutta Italia.
La data fissata dai sindacati è venerdì 20 giugno, 8 ore di sciopero in tutte le fabbriche italiane.
Ecco il post social di Fiom Cgil Nazionale:
Si tratta di una proclamazione “sub iudice”, se arriva la chiamata degli Industriali per la ripartenza del tavolo per il rinnovo i sindacati rinunceranno alla mobilitazione. Ma l’aria che tira è che le cose non andranno come pensano i più ottimisti. Anche perchè gli Industriali i soldi in tasca, a giugno, li metteranno per erogare gli aumenti salariali previsti dalla clausola di garanzia (per conoscere gli importi stimati clicca qui).
E poi c’è l’avvicendamento ai vertici di Federmeccanica, aspetto che pesa, e non poco, sull’intero negoziato. Il nuovo Presidente designato oggi, Simone Bettini, imprenditore fiorentino, che prende il posto dell’uscente Federico Visentin, entrerà in carica a luglio prossimo. Prima di allora nulla si muoverà, o quasi, sul fronte sindacale.
I contratti collettivi nazionali di lavoro dei metalmeccanici sono scaduti da quasi un anno, fanno notare i sindacati. Ma le trattative per il rinnovo non sono mai partite davvero.
Fim, Fiom e Uilm denunciano la rigidità delle associazioni datoriali:
Entrambe rifiutano, al momento, di confrontarsi sulla piattaforma unitaria presentata dai sindacati. La particolare ostilità è verso la richiesta salariale “fissa” ritenuta inadeguata: 280 euro. E rilanciano con aumenti variabili e agganciati all’inflazione (IPCA NEI).
Il rinnovo chiesto dai sindacati parte dai contenuti dell’ultimo contratto nazionale del 2021, ma propone anche elementi nuovi:
Fim, Fiom e Uilm considerano inaccettabile il blocco del confronto da parte delle controparti. Il rischio, secondo le sigle, è il deterioramento delle relazioni industriali e sindacali in un momento già critico per il settore.
In attesa di una risposta dalle controparti, i sindacati si mobilitano. Nelle prossime settimane continueranno a tenersi:
Un messaggio chiaro viene rivolto alle tre organizzazioni datoriali:
Fim, Fiom, Uilm chiedono una ripresa immediata del confronto senza pregiudiziali, altrimenti lo sciopero del 20 giugno sarà inevitabile.