Nel corso del convegno promosso dallo SNALS dal titolo “Innovazioni e sfide per l’Istruzione e la Ricerca”, il Presidente dell’ARAN, Antonio Naddeo, ha ribadito la necessità di chiudere al più presto il Contratto Collettivo Nazionale del comparto Istruzione e Ricerca 2022-2024, idealmente entro l’estate 2025. Un’urgenza dettata da motivi sia economici che di dignità contrattuale per oltre un milione di lavoratori.
Durante il suo intervento, Naddeo ha chiarito due concetti fondamentali:
“La scuola è pienamente inserita nel pubblico impiego, anche dal punto di vista normativo e retributivo. Non possiamo pensare a percorsi paralleli o a risorse extra-comparto”, ha sottolineato Naddeo.
Uno dei nodi chiave toccati da Naddeo è quello della vacanza contrattuale maggiorata, cioè quell’anticipo retributivo erogato già un anno e mezzo fa per contenere i ritardi nella firma del contratto:
“Quella misura ha assorbito circa la metà delle risorse disponibili per il contratto 2022-2024. È stata utile, ma non può sostituire il contratto vero e proprio.”
Ha poi precisato che le somme anticipate andranno stabilmente in busta paga, senza alcuna penalizzazione sulla futura contrattazione economica.
Il Presidente ARAN ha voluto accendere i riflettori anche sul futuro: mentre si discute ancora del contratto 2022-2024, è già tecnicamente partita la vacanza contrattuale per il triennio 2025-2027.
“Non possiamo permettere che aumentino le vacanze contrattuali in busta paga mentre i veri contratti restano al palo. Questo sì che sarebbe un fallimento della contrattazione collettiva.”
Secondo Naddeo, firmare l’accordo entro luglio consentirebbe di vedere gli effetti economici già a partire da novembre o dicembre 2025. Viceversa, ogni mese di ritardo sposta in avanti il calendario, con il rischio concreto di slittamento al 2026.
“È già un bene che le risorse ci siano. Ora bisogna solo fare il passo decisivo. Contrattare significa rispettare le regole ma anche i tempi.”
Naddeo ha infine ricordato che per la prima volta sono già stanziate le risorse per il contratto 2025-2027, permettendo di immaginare la chiusura di tre contratti in tre anni: 2019-2021 (già siglato), 2022-2024 (in fase avanzata), e 2025-2027 (pronto a partire). Ma all’appello mancano ancora due accordi.
“Mai accaduto prima nel pubblico impiego. Ma serve la volontà politica e sindacale di cogliere questa occasione irripetibile.”