Il cedolino della pensione di giugno 2025 non porta buone notizie per i pensionati. Anzi: non è previsto nessun aumento e c’è una trattenuta tripla.
Ma per fortuna non è niente per cui valga la pena allarmarsi troppo. Vediamo perché.
L’importo erogato nella pensione di giugno è quello ordinario, senza aumenti extra. L’unica variazione positiva resta quella legata alla rivalutazione annuale già applicata nei mesi precedenti, basata sull’adeguamento all’inflazione e che per quest’anno si attesta a +0,8%.
Chi si aspettava un accredito più alto rimarrà deluso. Tuttavia, c’è una buona notizia all’orizzonte: a luglio arriva la quattordicesima, una mensilità aggiuntiva che spetta a milioni di pensionati con determinati requisiti anagrafici e reddituali.
La quattordicesima mensilità sarà erogata con la pensione di luglio, ma non spetta a tutti i pensionati. Ne hanno diritto coloro:
Chi rientra in questi limiti riceverà la somma aggiuntiva direttamente nel cedolino di luglio, con importi che variano da 336 euro fino a 655 euro, in base a contributi versati e fascia reddituale.
Come detto sopra, nel cedolino di giugno non ci saranno bonus o particolare aumenti, ma le trattenute fiscali si faranno sentire. I pensionati devono infatti fare i conti con tre voci di trattenuta principali:
Queste trattenute, tutte insieme, possono ridurre in modo visibile l’importo netto della pensione di giugno, soprattutto per chi vive in Regioni e Comuni con aliquote più elevate.
Inoltre, non bisogna dimenticare che alcuni pensionati potrebbero subire, nel mese di giugno e per tutta l’estate, un’ulteriore decurtazione fino a 50 euro. Si tratta di coloro che tra il 2022 e il 2023 hanno ricevuto il bonus anti-inflazione da 150 o da 200 euro senza averne diritto. INPS, infatti, sta recuperando le somme erogate indebitamente.