Scuola e Enti Locali, Stipendi fermi: Governo Pronto a Rinviare Tutto al 2026 pur di Non Aumentare le Risorse

La trattativa per il rinnovo dei contratti pubblici rischia lo stallo completo. Dopo il fallimento dell’ultima riunione sul contratto 2022-2024 del comparto enti locali, anche nella scuola la situazione si complica. Le parole del presidente Aran Antonio Naddeo e del ministro della Funzione Pubblica Paolo Zangrillo vanno nella stessa direzione: senza un accordo rapido, gli aumenti economici potrebbero arrivare non prima del 2026.

Nel mirino dei sindacati il blocco del tabellare dovuto alla insufficienza delle risorse stanziate, la mancata erogazione degli arretrati e una norma – contenuta nel decreto P.A. – che crea disparità tra lavoratori dello stesso comparto. Le categorie aderenti a Cgil e Uil mantengono la linea dura, chiedendo fondi aggiuntivi dallo Stato. Intanto il Governo valuta la dazione unilaterale come “estrema ratio”. Vale a dire un anticipo stipendiale, ulteriore rispetto a quello già in erogazione nei cedolini.

Enti locali: contratto bloccato, a rischio 430 mila dipendenti

L’ultima riunione all’Aran del 23 maggio ha certificato lo scontro. Il contratto 2022-2024 del comparto funzioni locali è ancora fermo. Cgil e Uil, che rappresentano la maggioranza, non hanno firmato. Cisl e Csa si erano dette favorevoli, ma non basta per chiudere l’intesa.

Il rinnovo prevede aumenti medi di 105 euro lordi al mese e arretrati fino a 3.000 euro, oltre alla possibilità di aumentare il salario accessorio per gli enti virtuosi. Ma proprio questa misura è ritenuta inapplicabile dai sindacati. Secondo la Cgil, 58.000 lavoratori e il 38% dei comuni sarebbero esclusi dagli aumenti.

Il ministro Zangrillo: “Se non firmiamo ora, soldi solo nel 2026”

Al Festival dell’Economia di Trento, il ministro Zangrillo ha lanciato un ultimatum: “Se non troviamo una sintesi entro un mese o un mese e mezzo, i soldi li vedranno solo nel 2026”.

Zangrillo ha definito la dazione unilaterale una possibilità estrema ma non esclusa. “L’accordo con i sindacati è preferibile, ma la realtà è che il tempo stringe. Se non chiudiamo, quelle risorse rischiano di essere spese altrove”.

Cgil e Uil: “Il Governo scarica tutto sui lavoratori”

Cgil e Uil hanno respinto le accuse di ostruzionismo lanciate dal ministro. “Le sue parole sono irrispettose verso chi lavora nella pubblica amministrazione. I lavoratori ci sostengono e lo hanno dimostrato nelle RSU. Lo stallo è responsabilità del Governo, che non vuole mettere le risorse necessarie”.

Anche la Scuola ferma: rischio slittamento del contratto

Situazione analoga nel comparto Istruzione e Ricerca, dove il rinnovo del contratto scuola è ancora bloccato. Anche qui si tratta del triennio 2022-2024, e anche qui pesa il nodo delle risorse insufficienti.

Antonio Naddeo ha confermato che, senza intesa in tempi brevi (luglio), gli aumenti per il personale scolastico slitteranno al 2026, proprio come per gli enti locali. La trattativa è ferma da mesi, e la prospettiva è la stessa: arretrati congelati, tabellari fermi, e un intero comparto – più di un milione di lavoratori tra docenti e ATA – lasciato senza certezze.

Anche in questo caso, si valuta la via della dazione unilaterale, con il rischio di tagliare fuori tutta la parte normativa del contratto, fondamentale per organizzazione del lavoro, carriera, diritti e formazione.