Stop ai Buoni Pasto perché Mancano i Fondi: la Denuncia dei Sindacati

Impossibile continuare a erogare i buoni pasto ai dipendenti che svolgono turni superiori alle sei ore perché è stato sforato il tetto di spesa.

È la decisione presa dal Policlinico Universitario di Messina che coinvolge e avvilisce tutto il personale sanitario. Non si è fatta attendere la reazione dei sindacati NurSind e Uil-Fpl, che hanno presentato un esposto alla Procura della Repubblica, denunciando la violazione di un diritto previsto dal CCNL per il personale sanitario.

I buoni pasto spettano per turni oltre le sei ore

Secondo il CCNL del comparto sanità, i dipendenti hanno diritto a una pausa mensa o a un buono pasto per ogni turno lavorativo che eccede le sei ore.

Questo diritto è stato confermato da una sentenza del Tribunale del Lavoro di Messina dell’11 dicembre 2024, che ha dichiarato inefficaci gli accordi decentrati che limitavano l’erogazione dei buoni pasto ai soli turni superiori a otto ore, in quanto contrari alla normativa nazionale. Ma anche altri Tribunali italiani si sono espressi favorevolmente riguardo l’erogazione dei buoni pasto a infermieri (e personale sanitario in generale) che lavorano più di sei ore. Proprio perché è il contratto a prevederlo.

Ma per via di un presunto sforamento del tetto di spesa rilevato dall’assessorato della Salute, il Policlinico di Messina non sarebbe più in grado di erogare i buoni pasto ai propri dipendenti.

Buoni pasto revocati a Messina: la replica dei sindacati

La reazione dei sindacati alla notizia della revoca dei buoni pasto è stata immediata. NurSind e Uil-Fpl di Messina hanno presentato un esposto alla Procura della Repubblica contro i vertici dell’azienda ospedaliera universitaria.

Nel comunicato dei sindacati si legge:

NurSind e Uil Fp, come sigle maggiormente rappresentative al Policlinico ‘Martino’ di Messina, fanno presente che l’8 maggio hanno ricevuto, dal management aziendale dell’Azienda ospedaliera Policlinico universitario di Messina, la comunicazione ‘dell’impossibilità dell’erogazione dei buoni pasto a tutti i dipendenti che svolgono servizio oltre le sei ore contrattuali’. Il tutto motivando tale decisione con un presunto sforamento del tetto di spesa rilevato dall’assessorato della Salute, che costituirebbe un limite invalicabile e individuando come voce particolarmente impattante proprio il costo dei buoni pasto. Nella stessa nota, veniva altresì rappresentato che non risulta possibile garantire un servizio mensa alternativo.”

Il comunicato prosegue: “Ovviamente, ciò che lascia fortemente perplessi e che desta forte preoccupazione è la violazione di un diritto garantito e previsto dal Ccnl Sanità come servizio sostitutivo della mensa. E che è stato riconosciuto e tutelato anche dalla suprema Corte di Cassazione. Corte che ha stabilito che il buono pasto per i dipendenti della sanità rappresenta e configura un diritto in sostituzione del servizio mensa dopo le sei ore di lavoro”.

Le conseguenze

La mancata erogazione dei buoni pasto non è solo una questione economica, ma incide anche sul benessere complessivo dei lavoratori. In un contesto già segnato da carenze di personale e condizioni di lavoro stressanti, la perdita di questo beneficio potrebbe aggravare ulteriormente la situazione.

Ma non è finita qui. Perché la direzione del Policlinico ha comunicato che potrebbe non prorogare i contratti a tempo determinato del personale sanitario in scadenza al 30 settembre 2025. Sempre per via dello sforamento del tetto di spesa.

Secondo i sindacati, ciò potrebbe avere una duplice ricaduta negativa. In primis sui lavoratori e sulle loro famiglie. Ma anche sul mantenimento dei Livelli Essenziali di Assistenza, con possibili ripercussioni che potrebbero generare episodi di malasanità.