I compensi per i docenti impegnati negli Esami di Stato 2025 sono ancora bloccati al 2007. Nessun adeguamento, nessuna rivalutazione. Intanto nel tempo il costo della vita è esploso, soprattutto negli ultimi 4-5 anni.
Nel 2007 l’inflazione era all’1,8%. Oggi siamo al 16%. Il potere d’acquisto dei lavoratori della scuola è crollato del 9%, secondo l’Organizzazione Internazionale del Lavoro.
Queste cifre non sono di certo giornaliere. Valgono per un impegno che dura settimane, spesso senza orari certi, con responsabilità elevate. E non sono mai state aggiornate.
Inoltre non tutti ricevono un compenso, nonostante il coinvolgimento attivo negli esami.
Un’ingiustizia evidente. Chi lavora non viene pagato. È una ferita aperta nel sistema scolastico.
Il segretario generale Giuseppe D’Aprile Uil Scuola, si è pronunciato in una nota, con tono molto chiaro: “Per quanto tempo ancora la politica intende ignorare tutto questo?”. L’indignazione cresce. I compensi sono regolati dal decreto interministeriale del 24 maggio 2007. Da allora, nulla è cambiato.
Intanto, l’Italia è cambiata. I prezzi sono saliti. Le bollette sono aumentate. Gli stipendi sono rimasti fermi.
Il personale scolastico non ha beneficiato della crescita economica degli anni passati. Ora, con il rallentamento del PIL e l’assenza di un nuovo contratto, la situazione è diventata insostenibile.
Lavorare agli esami significa sacrificio. Ma lo Stato risponde con compensi da fame.
“Aumentare gli stipendi non è solo giusto – dice D’Aprile – ma necessario per rimettere in moto l’economia e dare dignità a chi ogni giorno sostiene la scuola pubblica”. Oggi, invece, migliaia di docenti vengono trattati come volontari. E senza nessuna garanzia.