Negli ultimi mesi, molte scuole italiane stanno ricevendo richieste di rivalsa da parte dell’INPS a causa del Ritardo nei pagamenti del TFS/TFR ai precari o al personale collocato in pensione. L’INPS pretende ora dalle scuole il rimborso degli interessi di mora maturati.
Ma di cosa si tratta? Il Trattamento di Fine Servizio o Rapporto (TFS/TFR) è una prestazione economica spettante ai lavoratori pubblici al termine del servizio. L’INPS è l’ente preposto alla sua erogazione, ma spesso il pagamento avviene con ritardi notevoli. Secondo l’INPS, in molti casi, questi ritardi non sono da imputare all’ente stesso, bensì alle scuole, accusate di trasmettere in ritardo la documentazione necessaria per la liquidazione.
E così, l’INPS – sostenendo di aver subito un danno – esercita il proprio diritto di rivalsa.
La ricezione di una richiesta di rivalsa è un momento delicato. Ecco i passaggi fondamentali che ogni scuola dovrebbe compiere:
a. Verifica della correttezza della richiesta
Occorre controllare con precisione:
b. Prescrizione del credito
Il diritto alla rivalsa da parte dell’INPS è soggetto a prescrizione decennale. Se sono trascorsi più di 10 anni dalla maturazione del credito (ovvero dalla data in cui il TFS/TFR avrebbe dovuto essere liquidato), la richiesta può essere considerata non più esigibile.
c. Sussistenza del danno
È fondamentale sottolineare che, per legittimare la rivalsa, l’INPS deve provare di aver effettivamente subito un danno causato dal ritardo. Non è sufficiente dimostrare un ritardo procedurale.
d. Possibilità di contestazione
Se la scuola ritiene che la richiesta sia ingiusta o sproporzionata, può presentare una contestazione formale, preferibilmente con l’assistenza di un legale o di un consulente specializzato nel settore della Pubblica Amministrazione.
La trasmissione dei dati per la liquidazione del TFS/TFR segue una procedura formalmente definita, che prevede passaggi precisi tra la scuola e l’INPS. Tuttavia, diversi fattori possono determinare un Ritardo nei pagamenti del TFS/TFR:
Per questo motivo, in molti casi, le scuole potrebbero non avere responsabilità diretta nei ritardi contestati. La verifica della regolarità interna delle procedure diventa quindi fondamentale sia per difendersi, sia per prevenire problematiche future.
Se le richieste di rivalsa da parte dell’INPS continueranno a diffondersi, molte scuole potrebbero trovarsi coinvolte in una nuova tipologia di contenzioso, con conseguenze non solo economiche ma anche amministrative.
I rischi principali sono:
È quindi essenziale per ogni istituto predisporre una difesa documentata, verificare tutte le comunicazioni con l’INPS, e – dove necessario – costituirsi parte resistente in eventuali procedimenti.
Per evitare future richieste di rivalsa, le scuole devono rivedere e rinforzare le proprie procedure interne. Ecco alcune buone pratiche da adottare:
Infine, può essere utile creare una collaborazione più strutturata con gli uffici territoriali dell’INPS, per gestire con tempestività eventuali anomalie o richieste di chiarimento.