Disoccupazione Agricola: INPS Può Chiederla Indietro in 2 Casi

I pagamenti della disoccupazione agricola 2025 sono in corso. Ma averla ricevuta non mette al riparo dalla possibilità che INPS richieda indietro l’importo. In alcuni casi specifici, infatti, l’Istituto Previdenziale può recuperare le somme già erogate a titolo di disoccupazione agricola.

È quindi fondamentale conoscere non solo i requisiti per ricevere l’indennità, ma anche i casi in cui si rischia la restituzione degli importi ricevuti. Vediamoli.

Chi ha diritto alla disoccupazione agricola

La disoccupazione agricola è una prestazione erogata dall’INPS ai lavoratori del settore agricolo che si trovano in stato di disoccupazione involontaria. I destinatari sono:

  • gli operai agricoli a tempo determinato e indeterminato;
  • i piccoli coloni e compartecipanti familiari;
  • i piccoli coltivatori diretti che integrano l’iscrizione negli elenchi nominativi con versamenti volontari fino a 51 giornate.

Per poter accedere all’indennità, il lavoratore deve:

  • aver lavorato almeno 102 giornate nel biennio precedente all’anno di invio della domanda (anche in settori diversi dall’agricoltura, basta che questa prevalga);
  • essere iscritto negli elenchi dei lavoratori agricoli;
  • trovarsi in stato di disoccupazione involontaria;
  • presentare la domanda entro il 31 marzo dell’anno successivo a quello di competenza.

Recupero della Disoccupazione agricola

Come detto, una delle condizioni per accedere all’indennità agricola è lo stato di disoccupazione involontaria. E anche i lavoratori che si dimettono per giusta causa ne hanno diritto.

Una volta che INPS accoglie la domanda, il pagamento è certo. Tuttavia, esistono casi in cui l’Istituto può procedere al recupero delle somme già versate. Questo accade quando, successivamente, emergono elementi che invalidano il diritto alla prestazione. I casi sono due:

  • se l’esito della controversia non riconosce la giusta causa di dimissioni;
  • se il lavoratore, dopo licenziamento giudicato illegittimo, viene reintegrato nel posto di lavoro.

Vediamoli.

Dimissioni senza giusta causa accertata

Uno dei casi principali di recupero della disoccupazione agricola riguarda le dimissioni per giusta causa. Il lavoratore può ottenere l’indennità dichiarando che il recesso dal lavoro è avvenuto per gravi motivi (es. mancato pagamento dello stipendio, molestie, trasferimento ingiustificato, modifiche peggiorative delle mansioni lavorative, ecc.).

Tuttavia, se l’esito di una controversia giudiziaria accerta che la giusta causa non sussisteva, l’INPS ha il diritto di recuperare l’indennità erogata in modo retroattivo.

Reintegrazione dopo licenziamento illegittimo

Altro caso frequente di recupero dell’indennità è quello del licenziamento giudicato illegittimo. Se il giudice dispone la reintegrazione del lavoratore nel posto di lavoro, la disoccupazione agricola percepita nel frattempo non è più dovuta.

In questa situazione, l’INPS avvia la procedura di recupero dell’importo pagato, in quanto il rapporto di lavoro viene considerato mai interrotto giuridicamente.