Soldi
In arrivo un maxi-risarcimento per i vigili di Milano: il Comune è stato condannato a restituire fino a 4.000 euro a testa per indennità mai pagate durante le ferie.
Una sentenza destinata a fare scuola, che potrebbe costare all’amministrazione centinaia di migliaia di euro. Il motivo? Quei compensi legati alla funzione — come l’indennità di servizio — che, per legge, devono essere riconosciuti anche quando si è in ferie, ma che per anni sono stati omessi. Ora la giustizia dà ragione agli agenti, e oltre 200 casi simili sono già in coda.
Il nodo della controversia riguarda la mancata corresponsione agli agenti di Polizia Locale delle indennità legate al profilo professionale durante i periodi di ferie. Il problema, come visto in precedenza, riguarda tutti gli ambiti, sia di lavoro privato che di lavoro pubblico.
Diversi tribunali, tra cui quello di Milano, la Cassazione e persino la Corte di giustizia Europea, hanno già più volte sancito che le indennità che fanno parte strutturale dello stipendio di un lavoratore (e dunque che non sono saltuarie o occasionali) vanno pagate anche durante le vacanze dei lavoratori. La recente sentenza milanese conferma questo orientamento consolidato.
Tra il 2023 e il 2024 anche Trenord è stata costretta a risarcire macchinisti e controllori in centinaia di cause analoghe. Cause simili sono state vinte anche dai piloti della British Airways, ai quali nel 2011 è stata riconosciuta l’indennità di volo anche durante le ferie.
Per ora sono 12 gli agenti di polizia locale che hanno visto accogliere la loro istanza. Ciascuno riceverà somme tra i 2.000 e 4.000 euro, con alcuni casi che superano addirittura i 5.000 euro.
Ma la pronuncia del tribunale può estendersi ai ricorsi di altri 200 colleghi in sentenze “fotocopia”. In termini di esposizione economica, il rischio per il Comune di Milano è quindi molto alto.
Secondo la sentenza, l’amministrazione comunale dovrà infatti rettificare retroattivamente la posizione contributiva e retributiva di questi dipendenti, rimborsando loro quanto dovuto.
La base legale della vicenda risiede nel fatto che le indennità – come quella di servizio o di rischio – sono considerate retribuzione differenziale strutturale, alla stregua delle voci fisse e continuative, e non compensi occasionali (come gli straordinari ad esempio).
I giudici hanno evidenziato che non riconoscerle durante le ferie può sottrarre potere d’acquisto al dipendente e scoraggiare il godimento del riposo obbligatorio.
Secondo il legale coinvolto nel caso, l’avvocato Domenico Tambasco, «Le sentenze del Tribunale di Milano affermano il diritto a un trattamento retributivo identico per le ferie e per i periodi di lavoro ordinario, principio consolidato nella giurisprudenza italiana ed europea. Questo è fondamentale per evitare che una retribuzione inferiore possa dissuadere dal godimento delle ferie. Un elemento innovativo delle sentenze è l’affermazione dell’universalità di questo diritto, valido sia per il settore privato che per quello pubblico».