Per sostenere il personale scolastico impegnato nel garantire la continuità didattica in condizioni di emergenza o criticità organizzativa, il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha introdotto il Bonus Continuità Didattica 2024‑2025.
La misura è finanziata tramite il Fondo per il Miglioramento dell’Offerta Formativa (FMOF) e richiede una autodichiarazione dei docenti per poterne beneficiare.
Vediamo il funzionamento, chi può presentarla e quali sono le scuole coinvolte.
Il bonus è pensato per premiare il personale docente di ruolo che nel triennio 2021-2024 ha garantito la continuità didattica. La finalità è valorizzare gli sforzi del personale che ha assicurato la regolarità delle lezioni, anche in presenza di criticità.
Possono presentarne domanda i docenti a tempo indeterminato che soddisfano due condizioni fondamentali:
Il bonus rientra tra le spese attuabili con il Fondo per il Miglioramento dell’Offerta Formativa (FMOF), destinato a potenziare la qualità educativa nelle scuole.
Per richiederlo, ogni docente dovrà compilare e inviare un’autodichiarazione alla propria istituzione scolastica. Questa documentazione deve attestare la prestazione svolta e sarà valutata dalla scuola stessa. Non esistono criteri automatici: l’attribuzione del bonus è discrezionale, e le scuole possono richiedere specifiche informazioni aggiuntive.
La presentazione della domanda è data dalla necessità, da parte dell’Istituto, di individuare correttamente gli aventi diritto alla misura.
Le scuole hanno fissato la data di scadenza indicativa per l’autodichiarazione al 18 agosto 2025. Tuttavia, la scadenza può variare da istituto a istituto: alcune scuole hanno anticipato o posticipato la data. Per questo è fondamentale verificare il calendario interno del proprio istituto.
L’Allegato A al Decreto Ministeriale n. 242 del 3 dicembre 2024 contiene l’elenco delle scuole autorizzate all’erogazione del bonus.
Si tratta esattamente di 396 istituzioni scolastiche. Le risorse (30 milioni di euro) sono state distribuite in base a criteri che tengono conto di:
L’importo della misura non è fisso ma si prevede che possa variare tra 200 euro e 500 euro netti, a seconda del numero di aventi diritto e dei fondi assegnati al singolo istituto.