Il mese di agosto è caratterizzato dalle operazioni di chiusura dell’anno scolastico e, nello stesso iniziano i preparativi per il nuovo anno dove molte sono le nuove immissioni in ruolo.
Oltre alla Sicurezza del posto fisso, con la firma del contratto individuale a tempo indeterminato arrivano anche nuovi diritti economici e finanziari. Tra questi, uno spesso sottovalutato ma molto rilevante: il diritto al credito.
In questa guida approfondiamo come funziona, quando si matura, quali strumenti si possono usare e come sfruttare al meglio le opportunità di finanziamento, anche senza i “classici” quattro anni di anzianità.
Il passaggio da un contratto a tempo determinato al contratto a tempo indeterminato rappresenta una svolta significativa non solo dal punto di vista professionale, ma anche finanziario.
Con l’immissione in ruolo si ottiene:
Molti istituti di credito, infatti, considerano il dipendente pubblico a tempo indeterminato come un soggetto a basso rischio, aprendo la strada a condizioni più vantaggiose per finanziamenti e prestiti.
Il diritto al credito per i dipendenti pubblici trova fondamento nell’art. 7 del DPR 5 gennaio 1950 n. 180, che regola la cessione del quinto dello stipendio.
La norma prevede che per accedere a questa forma di prestito sia necessario un requisito di quattro anni di effettivo servizio.
Tuttavia, nel corso degli anni sono state introdotte eccezioni e strumenti alternativi per consentire anche ai neo assunti di accedere a forme di finanziamento.
Le possibilità si dividono in tre grandi categorie:
Una questione fondamentale riguarda il calcolo dei quattro anni di anzianità.
La Ragioneria Generale dello Stato ha chiarito che il requisito può essere raggiunto sommando i periodi di servizio prestati alle dipendenze di una Pubblica Amministrazione, anche se:
L’importante è che tali periodi siano validi ai fini del trattamento di quiescenza (cioè che siano utili per la pensione).
Questa interpretazione è particolarmente favorevole ai docenti e ATA che hanno svolto anni di supplenze prima del ruolo, poiché consente di raggiungere più velocemente la soglia necessaria per accedere alla cessione del quinto.
Chi non ha ancora maturato quattro anni di servizio ha comunque due possibilità principali:
Delegazione di pagamento
È un prestito personale in cui la rata viene trattenuta direttamente dalla busta paga, analogamente alla cessione del quinto, ma richiede il superamento del periodo di prova.
Può coesistere con una cessione del quinto, ma non con un piccolo prestito INPS, a meno che quest’ultimo non venga estinto.
Piccolo prestito INPS
È il canale più rapido per i neo assunti.
Caratteristiche principali:
Attenzione: non è possibile avere contemporaneamente un piccolo prestito INPS e una delegazione di pagamento. Se si vuole passare alla delegazione, occorre prima estinguere il piccolo prestito.