Mini Call Veloce: saltano le Assunzioni già Comunicate via Email

Diventare insegnante di sostegno è un percorso costellato di sacrifici: anni di precariato, continui cambi di scuola, contratti a tempo determinato e tanta instabilità. A questo si aggiunge la fatica del TFA (Tirocinio Formativo Attivo), un percorso universitario lungo e costoso, che richiede di conciliare studio, lavoro e vita familiare. Tutto questo con una sola, grande speranza: ottenere finalmente il ruolo stabile.

La Mini Call Veloce era stata pensata come la risposta a questa attesa. Doveva essere la corsia rapida verso la stabilizzazione. Ma per molti docenti si è trasformata in un vero e proprio incubo.

La promessa della Mini Call Veloce

La procedura, chiusa nei giorni scorsi con gli esiti, appare semplice sulla carta: si pubblicano i posti disponibili, i docenti presentano domanda, viene redatta una graduatoria regionale e, in base al punteggio, si assegna la provincia. Successivamente, si sceglie la scuola.

Per diversi candidati la promessa sembrava finalmente concreta. La graduatoria iniziale li collocava in posizione utile: assegnazione della provincia, mail di conferma ufficiale e invito a scegliere la sede. Dopo anni di attesa, tutto sembrava finalmente reale. La precarietà poteva trasformarsi in stabilità.

L’illusione di un giorno

Per 24 ore, alcuni docenti hanno creduto di avercela fatta. L’euforia ha riempito quelle ore: comunicazioni ministeriali, nomi nelle liste ufficiali, conferme scritte. La sensazione di aver raggiunto un traguardo tanto atteso era palpabile.

Poi, improvvisamente, la doccia fredda. Una nuova comunicazione ha annullato tutto. La graduatoria è stata ripubblicata “revisionata”: improvvisamente, chi aveva un posto assegnato non lo aveva più. L’illusione di un giorno si è trasformata in un incubo.

Le incongruenze della revisione

Confrontando alcune graduatorie emergono anomalie evidenti. Posizioni cambiate in modo drastico, punteggi più alti retrocessi e punteggi più bassi promossi. Alcuni candidati, inizialmente collocati in posizione favorevole, sono stati esclusi. Ben 17 docenti, con punteggi anche oltre 100, hanno visto svanire il ruolo.

Il motivo dichiarato? Un aggiornamento del software centrale, che ha imposto un diverso ordine tra prima fascia ed elenchi aggiuntivi. Ma perché non intervenire prima della pubblicazione iniziale? E perché annullare comunicazioni ufficiali già inviate ai docenti? Domande che restano senza risposta.

Domande che bruciano

Questa vicenda lascia aperti molti interrogativi:

  1. Perché le edizioni precedenti della Mini Call Veloce non avevano avuto gli stessi problemi?
  2. Per quale ragione il software è stato aggiornato solo dopo la prima pubblicazione?
  3. Quale criterio di “merito” è stato realmente premiato: l’anzianità di servizio o il semplice fatto di avere conseguito il titolo un anno prima?
  4. Questo cambio improvviso ha migliorato davvero la qualità del servizio offerto agli alunni con bisogni educativi speciali?

La Mini Call Veloce, pensata per dare risposte rapide, si è trasformata in un percorso tortuoso. Invece di portare stabilità, ha generato incertezza, disillusione e sfiducia. I docenti, già provati da anni di precarietà, hanno dovuto fare i conti con un’illusione durata un giorno, seguita da un’amara realtà.

La Mini Call Veloce, che doveva rappresentare una corsia rapida verso la stabilità, si è trasformata in un incubo per molti docenti. Prima l’entusiasmo di un ruolo conquistato, poi il crollo dell’annullamento. È la storia di una promessa mancata, che pesa non solo sui docenti coinvolti, ma anche sulla credibilità dell’intero sistema scolastico.