Il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto legge che mette sul tavolo nuove risorse per la scuola.
Si tratta di circa 300 milioni di euro, che accolgono parte delle richieste sindacali.
Non sono però risorse che incrementano l’offerta economica dell’Aran sul contratto scuola 2022-2024, ancora ferma a 160 euro medi lordi al mese, in gran parte già riconosciuti tra anticipo e indennità di vacanza contrattuale.
Si tratta invece di altre partite economiche, destinate a formazione, fondi di valorizzazione, assicurazioni e gestione del sistema scolastico.
Il decreto ridisegna anche l’Esame di Stato, che non sarà più definito “di Stato” ma si baserà sulla maturazione delle competenze critiche e civiche.
Le commissioni saranno composte da due commissari esterni e due interni per ciascuna classe.
L’esame prevede due prove scritte a carattere nazionale e un colloquio orale sulle discipline individuate ogni anno dal Ministero.
Il punteggio finale potrà essere integrato fino a 3 punti se il candidato raggiunge almeno 97 su 100.
Viene stanziato un incremento di 10 milioni di euro annui a partire dal 2026 per la formazione docenti, con particolare riferimento a chi viene nominato commissario d’esame.
Il decreto interviene anche sulla cosiddetta alternanza scuola-lavoro.
La formula viene sostituita con un approccio centrato sulla filiera tecnologico-professionale all’interno del secondo ciclo.
L’obiettivo è rafforzare il collegamento con gli ITS Academy, garantendo un raccordo più forte tra scuola superiore e formazione terziaria professionalizzante.
Sul fronte contrattuale, le nuove norme destinano alla contrattazione nazionale 2022-2024:
Confermato inoltre il potere di ordinanza in capo al Ministro per definire i criteri di conferimento delle supplenze da GPS.
Per l’Anief la norma rappresenta una prima vittoria, avendo accolto parte delle richieste avanzate nei mesi scorsi. Pacifico sottolinea che “ora bisogna implementare le risorse e affrontare il tema delle supplenze”.
La FLC CGIL insiste però che le risorse sbloccate non bastano. Secondo il sindacato, i 160 euro medi restano ben al di sotto dell’inflazione del triennio, che ha superato il 17%.
Servono stanziamenti per aumenti reali e un elemento di perequazione che eviti a docenti e Ata di restare fanalino di coda della Pubblica Amministrazione, si legge in una nota.
La FLC accusa il ministro Zangrillo di rivendicare investimenti generici per la PA, senza considerare il comparto Istruzione e Ricerca, che oggi è il meno retribuito.
Il prossimo round è fissato al 24 settembre in Aran, dove le parti torneranno a confrontarsi sul contratto 2022-2024.