Dal 9 Ottobre SPID a Pagamento. Ecco cosa può succedere

La gestione dell’identità digitale SPID, introdotta come sistema gratuito e accessibile per facilitare l’accesso ai servizi pubblici digitali, si avvia verso una trasformazione significativa.

A partire da luglio 2025, alcuni dei principali operatori hanno iniziato a introdurre un canone di pagamento annuo per il mantenimento dell’identità SPID. Canone che a partire da ottobre potrebbe estendersi anche ad altri fornitori di identità digitale.

I primi SPID a pagamento

I primi operatori a introdurre un canone di pagamento per lo SPID sono stati:

  • Aruba, che da maggio 2025 ha fatto scattare un meccanismo in base al quale farà pagare lo SPID 4,9 euro annui dal secondo anno di attivazione;
  • Infocert, del gruppo Tinexta, che ha deciso di seguire l’esempio di Aruba facendo pagare il servizio ai suoi utenti 5,98 euro all’anno a partire dallo scorso 28 luglio.

Dallo scorso 1° settembre si è aggiunto anche Register.it, che per il rinnovo dello SPID ha introdotto un canone annuale di circa 11 euro.

Tutto ciò si è reso necessario perché i 40 milioni di euro destinati a sostenere il sistema SPID risultano bloccati da quasi due anni. Inoltre, il governo intende favorire l’utilizzo della CIE, cioè la carta d’identità elettronica, sostituendola allo SPID stesso.

Cosa può succedere dal 9 ottobre 2025

Una data chiave per il futuro dello SPID sarà il 9 ottobre 2025, giorno in cui scadrà ufficialmente la convenzione sottoscritta tra i provider e il governo italiano. Si tratta di un accordo che fino ad ora ha consentito di mantenere gratuita la gestione dello SPID per tutti i cittadini, grazie al finanziamento pubblico del sistema.

Ma con l’approssimarsi della scadenza, e in assenza di una nuova intesa o di un rifinanziamento statale, diversi gestori stanno valutando la possibilità di seguire l’esempio di Aruba, InfoCert e Register.it, introducendo anch’essi un contributo economico a carico degli utenti.

Questa prospettiva rappresenta una svolta, considerando che, finora, la gratuità era uno degli elementi centrali per garantire l’universalità e l’accessibilità dell’identità digitale in Italia.

Le ripercussioni sull’accesso ai servizi pubblici digitali

L’eventuale estensione del pagamento dello SPID potrebbe avere ripercussioni significative, in particolare per i cittadini con minori risorse economiche. Lo SPID rappresenta oggi la chiave d’accesso principale a una vasta gamma di servizi pubblici online, inclusi quelli dell’INPS, dell’Agenzia delle Entrate, dei Comuni e delle Regioni. Dalla richiesta di bonus e agevolazioni fino alla consultazione del fascicolo sanitario elettronico, l’identità digitale è ormai uno strumento indispensabile.

Nel caso in cui anche altri provider introducano un canone annuo, si aprirebbe un problema di equità nell’accesso ai servizi digitali, con una possibile penalizzazione per le fasce più fragili della popolazione.

Inoltre, la necessità di valutare se sostenere il costo o dirigersi verso un provider gratuito (come al momento continua a essere PosteID) potrebbe causare confusione e difficoltà operative, soprattutto tra gli anziani e i meno esperti di tecnologia.