La crisi produttiva di Stellantis in Italia ha imposto un ricorso massiccio agli ammortizzatori sociali.
A Mirafiori gli operai hanno vissuto lunghi mesi di cassa integrazione, prorogata più volte. Lo stesso vale a Pomigliano.
A Melfi la produzione della Jeep Compass non ha ancora raggiunto i volumi sperati, e anche qui i lavoratori hanno conosciuto settimane di stop e riduzioni di orario.
A Termoli, infine, a fine agosto è stato firmato un nuovo contratto di solidarietà che durerà 12 mesi, dal 1° settembre, e che consente all’azienda di ridurre fino all’80% l’orario contrattuale complessivo. L’accordo ha ampliato la platea rispetto al precedente, che coinvolgeva circa 900 addetti, arrivando ora a interessare circa 1.800 metalmeccanici.
Complessivamente sono 7.850 le ‘tute blu’ che vivono in un limbo, nell’incertezza di quello che sarà il futuro nel breve e nel lungo periodo.
Il nuovo piano industriale Stellantis sarà presentato solo nel 2026, durante il Market Day. Lo si apprende dall’edizione odierna de Il Sole 24 Ore.
Il documento sostituirà Forward 2030 e ridisegnerà le strategie del gruppo in Europa e negli Stati Uniti. Nel Vecchio Continente la partita riguarda la transizione energetica e gli obiettivi al 2035.
Oltreoceano pesa invece il problema dei dazi, che hanno già generato un impatto negativo da 1,5 miliardi di dollari sui conti del gruppo.
Per l’Italia resta in vigore il Piano Italia.
Antonio Filosa ha sottolineato: “Il Piano Italia è un impegno molto importante che il presidente Elkann ha voluto prepotentemente, in maniera produttiva, e che ha formulato con Jean-Philippe Imparato”.
Tra i pilastri ci sono la nuova Jeep Compass a Melfi e la Fiat 500 ibrida a Mirafiori, insieme alle piattaforme STLA di ultima generazione. In sintesi:
Melfi
Filosa ha rilanciato il ruolo strategico di Melfi: ha confermato che la “nuova Jeep Compass” sarà centrale nella “salita produttiva” dello stabilimento lucano. Ha definito il sito “centrale” nel Piano Italia, sottolineando la necessità che Bruxelles apra alla flessibilità, soprattutto sui vincoli CO₂, per fare decollare la produzione di plug-in e motori ibridi.
Termoli
Interpellato sulla Gigafactory di Termoli, Filosa ha spiegato che «la risposta può darla solo ACC, la joint venture di cui siamo azionisti di minoranza». Ha però voluto chiarire che, anche senza la Gigafactory, lo stabilimento ha ricevuto una spinta produttiva: è stato assegnato il nuovo cambio elettrificato EDCT. La sua produzione – ha detto – «porterà attività industriali di ampio respiro», destinata all’export globale, e rappresenta un passaggio “di implementazione globale” già avviato da Mirafiori.
Mirafiori
Filosa ha richiamato la produzione positiva dell’EDCT in corso a Mirafiori, sottolineando che il lavoro accademico sul nuovo cambio ha trovato esiti incoraggianti. Questo ha permesso di pensare a un rilancio analogo per Termoli, spalleggiando la prospettiva di un “passaggio di implementazione globale”.
Pomigliano
Sull’attuale produzione della Grande Panda, Filosa ha lasciato intendere che i modelli esistenti continueranno a essere prodotti all’estero (Serbia e Algeria), mentre la “Nuova Panda” – parte del Piano Italia – tornerà a essere realizzata a Pomigliano. Questo mantenimento del modello storico nel sito campano è un punto di difesa della produttività italiana.
Il manager ha precisato: “Vedremo con il proseguo delle implementazioni e delle allocazioni industriali cosa succederà sui volumi, per me l’impatto sarà positivo”.
Per chi oggi è in solidarietà non ci saranno novità immediate. Tutto viene spostato al 2026, decisioni, revisione del Piano Italia, nuovi investimenti sui siti produttivi. L’unico effetto immediato sarà quello di vedersi ridurre il salario in base alla ore non lavorate: il contratto di solidarietà prevede la rotazione nella riduzione oraria con intervento della cassa integrazione pagata da INPS.
In autunno si terrà la riapertura del Tavolo Automotive al Mimit, occasione per sindacati e istituzioni di chiedere garanzie su occupazione e stabilimenti.
Filosa ha annunciato: “Stiamo iniziando a lavorare ad un’agenda di incontri, prima con le istituzioni e poi con gli altri stakeholder industriali”.