Metalmeccanici trasferiti in Serbia, si moltiplicano gli “inviti” per 70€ al giorno

Dopo Mirafiori e Termoli, anche a Cassino gli operai Stellantis vengono invitati a trasferirsi in Serbia. Lo stabilimento, che produce i modelli premium del gruppo, vive un’altra fase di fermo: lunedì 15 settembre le linee si fermeranno nuovamente. Si tratta già del secondo blocco nella prima metà del mese.

Nel periodo gennaio-agosto 2025 su 144 giorni lavorativi, lo stabilimento ‘ciociaro’ ha funzionato appena 70 volte, con 74 giornate di stop. Un bilancio mai visto prima.

Cassa integrazione in Italia, trasferte all’estero

La contraddizione si amplia: in Italia gli operai passano lunghi periodi di cassa integrazione, con retribuzioni impoverite perché legate dall’indennità Inps.

All’estero, invece, Stellantis incrementa la produzione e propone si metalmeccanici italiani trasferte temporanee (ma continue) per sostenere la produzione della nuova Fiat Grande Panda a Kragujevac, in Serbia. L’azienda cerca circa 100 lavoratori da Cassino, da affiancare a quelli già inviati nei mesi scorsi da altri stabilimenti italiani.

Le condizioni offerte ai lavoratori

Secondo quanto emerso anche in precedenti casi seguiti da Tuttolavoro24.it, le trasferte prevedono un pacchetto economico e logistico preciso. Oltre allo stipendio mensile italiano, gli operai ricevono un’indennità giornaliera di 70 euro.

Stellantis copre anche le spese di viaggio e mette a disposizione il volo di rientro in Italia dopo 40-50 giorni. Viene garantito l’alloggio in strutture convenzionate per i primi giorni, e un’auto condivisa tra i lavoratori per gli spostamenti quotidiani per tutto il periodo. Le trasferte hanno durata di 5 mesi, rinnovabili in base alle esigenze produttive.

Sindacati critici, lavoratori divisi

I sindacati nazionali guardano con sospetto a questa scelta. “Ci aspettavamo lavoro negli stabilimenti italiani, non trasferte in Serbia”, sottolineano le sigle metalmeccaniche.

Tra gli operai, le opinioni si dividono: c’è chi valuta positivamente l’opportunità di guadagnare di più e non restare fermo con la sola cassa integrazione, e chi invece teme che questo modello di gestione porti a un progressivo svuotamento dei siti produttivi in Italia. La tensione resta alta, mentre Stellantis prosegue nella strategia di spostamento della manodopera dove la produzione è più intensa.