Insegnanti Senza Stipendio il 23 Settembre: Presentata un’Interrogazione al Ministro Valditara

Gli Insegnanti di religione cattolica immessi in ruolo nell’anno scolastico 2025/26 non hanno ancora ricevuto lo stipendio. La causa? La mancanza di istruzioni ministeriali chiare sul calcolo dell’assegno ad personam. Una situazione che riguarda oltre 6.000 docenti in tutta Italia e che rischia di protrarsi fino a ottobre. A sollevare il caso è la giovane deputata del Partito Democratico Nadia Romeo, eletta a Rovigo, che ha presentato un’interrogazione urgente al ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara.

Oltre 6.000 Insegnanti senza stipendio

Dal 1° settembre, migliaia di docenti di religione cattolica hanno preso servizio nelle scuole italiane dopo anni di precariato. Tuttavia, molto difficilmente vedranno regolarmente accreditato lo stipendio di settembre martedì 23.

Secondo l’on. Romeo, il problema nasce dalla mancata emanazione di una istruzioni che spieghino in modo chiaro alle segreterie scolastiche come calcolare l’assegno ad personam, un “superminimo” che consente ai docenti di mantenere lo stesso stipendio percepito fino ad agosto.

I contratti individuali di lavoro predisposti dalle scuole vengono respinti o bloccati dalle Ragionerie Territoriali dello Stato, in quanto calcolati in maniera errata creando un cortocircuito burocratico che si traduce in ritardo nei pagamenti.

«È inaccettabile – denuncia Nadia Romeo – che docenti che hanno appena iniziato il loro percorso di ruolo non percepiscano lo stipendio per carenze organizzative del Ministero. Parliamo di oltre 6.000 persone in tutta Italia».

In foto l’onorevole Nadia Romeo

L’assegno ad personam: cos’è e perché è decisivo

L’assegno ad personam non è un bonus o un incentivo temporaneo, ma la garanzia che lo stipendio non venga diminuiti durante l’anno di prova dopo l’assunzione a tempo indeterminato.

Si tratta di un calcolo che richiede competenze specifiche. Proprio per questo, spiega Nadia Romeo, era indispensabile che il Ministero fornisse istruzioni uniformi e tempestive.

«Le segreterie scolastiche hanno predisposto i contratti individuali di lavoro, ma senza un modello chiaro non possono procedere. Così gli stipendi restano bloccati. È un paradosso che colpisce lavoratori che hanno diritto a essere retribuiti per il loro lavoro», sottolinea la deputata democratica.

Docenti in difficoltà economica: “Non possiamo aspettare mesi”

Gli effetti concreti si fanno già sentire: restare senza entrate per due mesi significa trovarsi in seria difficoltà.

Mutui, affitti, bollette e spese quotidiane non aspettano i tempi della burocrazia. «È un problema sociale prima ancora che amministrativo – osserva Nadia Romeo –. Ci sono docenti che hanno chiesto prestiti ai parenti per arrivare a fine mese. Non possiamo trattare i loro stipendi come una variabile secondaria».

Oltre al danno economico, c’è anche un impatto psicologico: iniziare l’anno scolastico senza certezze salariali mina la motivazione e genera sfiducia verso le istituzioni. «Gli insegnanti di religione hanno già un inquadramento particolare e spesso non semplice. Non è giusto aggiungere anche questo disagio».

Le richieste al ministro Valditara

Per sbloccare la situazione, Nadia Romeo ha presentato un’interrogazione parlamentare al ministro Valditara. Le richieste sono precise:

  1. Chiarire immediatamente le modalità di calcolo dell’assegno ad personam, attraverso una circolare ministeriale dettagliata.
  2. Fornire formazione adeguata al personale amministrativo delle scuole, così da evitare errori e rallentamenti.
  3. Garantire il pagamento tempestivo degli stipendi, compreso il recupero delle mensilità non erogate.

«Non chiediamo nulla di straordinario – ribadisce la deputata – ma solo il rispetto di un diritto fondamentale: essere pagati per il proprio lavoro».