Il mondo delle pensioni delle forze armate sta per affrontare un cambiamento significativo. Non si tratta di un aggiornamento lieve o simbolico, ma di un vero e proprio “ritocco” ai requisiti pensionistici: si tornerebbe ad applicare pienamente la legge Fornero, con incrementi di mesi per età e contributi. Solo i lavori usuranti resterebbero parzialmente tutelati.
È questa l’ipotesi in discussione per le pensioni militari dal 2026-2027, che sta suscitando reazioni forti, anche da parte dei sindacati.
Nel 2027, per la pensione di vecchiaia, i requisiti verrebbero adeguati alla legge Fornero con un incremento di tre mesi. Quindi:
Per la pensione di anzianità (oggi con almeno 35 anni di contributi e 58 anni di età, oppure 41 anni di servizio), sarebbe richiesto un trimestre aggiuntivo, in pratica un aumento dei requisiti.
Attualmente, per i lavori usuranti — categorie con mansioni particolarmente gravose, notturne, o con condizioni di lavoro pesanti — si prevede che rimanga attiva la normativa speciale (Quota 97,6), che consente un accesso anticipato con 61 anni e 7 mesi di età e 35 anni di contributi, superando i vincoli più restrittivi imposti alla generalità dei militari.
Questo significa che chi ricade in una categoria usurante continuerà, presumibilmente, a beneficiare di criteri meno stringenti rispetto al resto del comparto militare.
Nel dibattito attuale l’ipotesi prevalente è che nessun trattamento speciale sarà riservato ai militari se non per le discipline legate agli usuranti. In altre parole:
Da questo punto di vista, dunque, non si avrebbe un’eccezione generica per l’intero comparto militare, bensì solo una continuità per chi svolge ruoli particolarmente onerosi.
Le ragioni dietro questa scelta sono in gran parte di natura economica e contabile.
Nel contesto delle discussioni su pensioni militari e requisiti inaspriti, il sindacato SIULM Aeronautica si è fatto sentire con forza. Nella nota del 3 ottobre, ha chiesto al Governo di chiarire pubblicamente quale sia la sua posizione sulla specificità del lavoro militare. Poi aggiunge:
I militari non possono essere sempre ricordati solo in occasione di emergenze o celebrazioni, per poi essere dimenticati quando si tratta di riconoscere i loro diritti.”
La nota di SIULM prosegue con le richieste del sindacato rivolte al Ministro della Difesa Guido Crosetto. “È ora che il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, perori con forza la causa dei militari presso l’intera compagine governativa. I militari sono agli ordini delle istituzioni, ma sono stanchi di essere trascurati, maltrattati e vilipesi.”
Pertanto chiedono di portare a compimento le riforme tanto attese: