Pensioni gennaio 2023, si parte martedì 3 gennaio con i pagamenti degli assegni che in genere avvengono il primo giorno bancabile del mese.
In questa occasione però l’accredito è slittato di ben due giorni, il 1° gennaio era Festa (Capodanno) e il 2 è stato un giorno “tecnico” che Inps si è preso per adeguare i sistemi informatici. Dunque accrediti rinviati al terzo giorno del mese.
Le novità per i titolari però sono altre. Sono infatti attesi aumenti degli importi. Vediamo i dettagli.
Pensioni gennaio 2023, quali aumenti?
Il valore degli assegni, come detto, salirà grazie all’aumento e alla rivalutazione delle pensioni. Le novità sono infatti 2.
Una è la rivalutazione dovuta all’applicazione dell’indice di perequazione di 7,3%, come individuato dall’Istat in base all’inflazione e stabilito da un Decreto ministeriale. Inoltre la legge di Bilancio 2023 ha stabilito la modifica dello schema di applicazione della rivalutazione sui diversi scaglioni di pensione: si passa da 3 a 6 fasce.
La rivalutazione al 100% del 7,3% riguarda gli assegni fino a quattro volte il trattamento minimo lordo stabilito dall’Inps, 525,38 euro. Insomma per coloro che hanno una pensione lorda fino a 2.100 euro.
La rivalutazione sarà dell’85% dell’indice di rivalutazione del 7,3% per quegli assegni che si colloca tra le quattro e le cinque volte il trattamento minimo. Rivalutazione che via via si riduce per gli importi più alti secondo questo schema:
tra 4 e 5 volte il minimo (fino a 2.625 euro lordi), aumento all’85%;
tra 5 e 6 volte il minimo (fino a 3.150 euro lordi), aumento del 53%;
tra 6 e 8 volte il minimo (fino a 4.200 euro), aumento del 47%;
tra 8 e 10 volte il minimo (fino a 5.250 euro) , aumento del 37%;
oltre 10 volte il minimo, la rivalutazione è del 32%.
Novità anche per chi prende la Pensione minima e ha più di 75 anni. Per tutto il 2023 la pensione minima sarà di 600 euro mensili. Ben 75 euro mensili in più.
La pensione sarà disponibile per il ritiro agli sportelli di Poste Italiane secondo la turnazione ufficiale su 4 giornate: per approfondire clicca qui.
