Roma, 29 maggio – “Nella vertenza del Porto Canale di Cagliari, aperta ormai da luglio 2019, per la Cisl e la Fit-Cisl la priorità è la salvaguardia dei 185 posti in cassa integrazione straordinaria per 12 mesi, attraverso la possibilità estesa dal decreto Genova per cessata attività dal 1° settembre 2019 al 31 agosto 2020. Ma non possiamo nemmeno aspettare di arrivare alla fine di questo percorso senza un piano industriale, registrando ancora come lo scorso luglio ritardi per l’attivazione della Zona economica speciale e della Zona franca”, così dichiarano Andrea Cuccello, Segretario confederale della Cisl, e Maurizio Diamante, Segretario nazionale della Fit-Cisl, a valle dell’incontro di ieri con il Ministero dello Sviluppo per il Porto Canale di Cagliari.
“Vanno analizzate fino in fondo – proseguono Cuccello e Diamante – le problematicità sul vincolo di impatto ambientale, che non permette lo sblocco di lavori per 100 milioni di euro, problema che avevamo già evidenziato negli incontri di luglio e novembre. Il Ministero dei Beni culturali ha trasmesso il dossier alla Presidenza del Consiglio dei ministri, alla quale chiediamo di esprimersi al più presto.
L’ autorità di sistema portuale ha programmato una call per le manifestazioni di interesse per la gestione del terminal che scadrà il 1° giugno 2020: a nostro avviso potrebbe essere utile una proroga, ma servirebbe rendere più “appetibile” la call, magari utilizzando i fondi del decreto Rilancio. Siamo perplessi non sulla eventuale proroga ma sul fatto che, se non fosse finalizzata a un nuovo concessionario entrante, si rischierebbe di arrivare alla scadenza della cigs e quindi alla Naspi per le lavoratrici e i lavoratori coinvolti”.
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Fonte: cisl.it