Durante l’audizione di ieri in Commissione Bilancio della Camera, dove si sta esaminando il Decreto Rilancio per la sua conversione in legge, Confprofessioni ha evidenziato il diverso trattamento riservato ai professionisti rispetto agli altri operatori economici illustrando le notevoli differenze e chiedendo perché, a parità di condizioni, un piccolo imprenditore ha diritto al sostegno al reddito e un libero professionista no.
Inoltre l’intervento di Confprofessioni ha riguardato diversi temi. In particolare sono stati oggetto di approfondimento con relativa richiesta di modifica in fase di conversione, i seguenti.
- Interventi sull’Irap che determineranno, per soggetti con la stessa base imponibile per il 2019, una imposta diversa, a seconda dell’ammontare degli acconti. Un effetto “distorsivo” che favorisce i soggetti con una dinamica crescente del valore della produzione netta.
- Appalti, viene ribadita l’urgenza di ripensare nel codice dei contratti pubblici le procedure di affidamento, il regime delle responsabilità e la disciplina delle “micro-gare”.
- Apprezzamento è stato espresso per l’Ecobonus per rilanciare il settore dell’edilizia, ma deve essere assicurata la cessione del credito fiscale da parte delle imprese realizzatrici e allargato l’incentivo agli interventi di efficientamento dei consumi degli edifici energivori, soprattutto quelli più colpiti dalla crisi.
- Dubbi sono stati rivolti verso il sistema del “tax credit vacanze”, che posticipa l’incasso delle somme per i gestori delle strutture ricettive. Più utile sarebbe una imposta sostitutiva di Irpef (o Ires), addizionali e Irap al 5%, per 5 anni, a favore di tutti gli operatori del settore.
- Forti perplessità sono state sollevate rispetto al modello di ammortizzatori sociali, per effetto dell’intervallo temporale tra le prime 5 settimane e le successive 4 previste dal nuovo decreto, che come noto scatteranno solo dal 1° settembre 2020.
- Infine è stata rilevata come inaccettabile l’esclusione dei professionisti dal contributo a fondo perduto previsto per gli imprenditori. E’ stato sottolineato che garantire equità e coesione sociale passa anche dall’assicurare a tutti i soggetti economici, indipendentemente dalla forma giuridica, lo stesso trattamento se si trovano nelle medesime condizioni. L’auspicio è che il Parlamento ponga rimedio a questa ingiusta sperequazione.