Come anticipato nella mattinata di oggi, a margine degli incontri con le Parti Sociali agli Stati Generali dell’Economia, il Premier Giuseppe Conte riunirà il Consiglio dei Ministri che approverà il nuovo Decreto che avrà l’obiettivo di coprire con la cassa integrazione le settimane rimaste prive di ogni tutela per l’Emergenza Covid-19. Vale a dire le settimane aggiuntive alle 14 già previste dal DL Cura Italia e dal DL Rilancio. In attesa delle ulteriori 4 settimane che però possono decorrere solo dal 1° settembre.
Secondo quanto raccolto in esclusiva da TuttoLavoro24.it da fonti vicine al Governo una norma del Decreto che stasera sarà approvato dal Consiglio dei Ministri prevede che il datore di lavoro che non invii all’INPS il modello SR41 con tutti i dati necessari per il pagamento della cassa integrazione nei nuovi termini stabiliti dal decreto stesso (si parla di 30 giorni), sarà considerato “inadempiente” e dovrà farsi carico degli oneri connessi a tale mancato invio. Compreso dunque il trattamento di integrazione salariale che dovrà corrispondere direttamente ai dipendenti sospesi.
Si tratta di una norma “choc” che se confermata ribalterebbe ogni responsabilità sul datore di lavoro.
I ritardi INPS nella liquidazione della Cassa integrazione, Assegno ordinario e Cassa integrazione in deroga e le polemiche che sono seguite sulle dirette responsabilità dell’Istituto in questi mancati pagamenti hanno probabilmente indotto il Governo ad un cambio di paradigma, che penalizzerebbe fortemente la posizione dei datori di lavoro, a vantaggio dell’Istituto previdenziale.
La notizia al momento non è ufficiale, tuttavia trova riscontro in news di altri organi di stampa. Seguono aggiornamenti.