Roma, 24 giugno 2020 – “I dati resi noti oggi dall’Ispettorato del lavoro sulle dimissioni volontarie delle donne madri del 2019 sono inaccettabili: è assurdo, nel 2020, constatare come la maternità, pur essendo tutelata dalla legge, rimanga una delle cause principali di allontanamento delle donne dal mondo del lavoro”. Lo dichiarano in una nota congiunta il Segretario confederale della Cisl, Giorgio Graziani, con delega a Donne e giovani e Liliana Ocmin, Responsabile Coordinamento Donne della Cisl.
“Come Cisl richiamiamo ancora una volta il Governo ad avere più coraggio nell’approntare strategie di rilancio del lavoro femminile, della maternità e soprattutto della condivisione della cura familiare ancora troppo sbilanciata sulle donne. Il Family Act della Ministra Bonetti, approvato di recente dal Consiglio dei Ministri, come abbiamo già detto, rappresenta un buon punto di partenza ma va necessariamente migliorato ed attuato in tempi più rapidi, altrimenti si rischia di comprometterne l’efficacia. Se vogliamo tutelare e proteggere il lavoro delle mamme lavoratrici e sostenere il desiderio di maternità delle coppie, occorre investire, da un lato, in servizi più adeguati alle esigenze delle famiglie, ma è necessario, dall’altro, promuovere forme di organizzazione del lavoro più flessibili, soprattutto attraverso incentivi alla contrattazione, facendo in modo, sulla base anche dell’esperienza relativa al lavoro agile durante il periodo di lockdown, che la flessibilità riguardi tanto le lavoratrici quanto i lavoratori, anche nei momenti in cui bisogna conciliare l’attività lavorativa con le responsabilità genitoriali. Utilizzare la flessibilità al solo scopo di aiutare le madri lavoratrici equivale a tenerle sempre più lontane dai luoghi di lavoro. Niente di più sbagliato”.
“Come Cisl richiamiamo ancora una volta il Governo ad avere più coraggio nell’approntare strategie di rilancio del lavoro femminile, della maternità e soprattutto della condivisione della cura familiare ancora troppo sbilanciata sulle donne. Il Family Act della Ministra Bonetti, approvato di recente dal Consiglio dei Ministri, come abbiamo già detto, rappresenta un buon punto di partenza ma va necessariamente migliorato ed attuato in tempi più rapidi, altrimenti si rischia di comprometterne l’efficacia. Se vogliamo tutelare e proteggere il lavoro delle mamme lavoratrici e sostenere il desiderio di maternità delle coppie, occorre investire, da un lato, in servizi più adeguati alle esigenze delle famiglie, ma è necessario, dall’altro, promuovere forme di organizzazione del lavoro più flessibili, soprattutto attraverso incentivi alla contrattazione, facendo in modo, sulla base anche dell’esperienza relativa al lavoro agile durante il periodo di lockdown, che la flessibilità riguardi tanto le lavoratrici quanto i lavoratori, anche nei momenti in cui bisogna conciliare l’attività lavorativa con le responsabilità genitoriali. Utilizzare la flessibilità al solo scopo di aiutare le madri lavoratrici equivale a tenerle sempre più lontane dai luoghi di lavoro. Niente di più sbagliato”.
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Fonte: cisl.it