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Agroalimentare. Rota (Fai Cisl) dall’evento “Fai bella l’Italia”: “Sradicare sfruttamento e lavoro nero, ripartire dalle competenze”

L’Aquila, 30 giugno 2020 – “La ripartenza ci impone un cambio di paradigma, che si declina in maggiore tutela e formazione dei lavoratori, efficientamento delle filiere, riequilibrio del valore lungo tutta la catena di approvvigionamento. Serve poi una transazione green che metta al centro la persona, affrontando le conseguenze dei cambiamenti climatici con leggi giuste, capaci di salvaguardare l’occupazione e il territorio. Pensiamo alla legge ‘salva mare’, per consentire ai nostri pescatori la raccolta della plastica in acqua, recuperando anche parte di quel reddito andato perso negli ultimi anni. Ma pensiamo anche alla legge contro il consumo di suolo, che abbiamo sostenuto lanciando la nostra campagna ‘Senza terra non c’è cibo’: dobbiamo mettere fine a quelle politiche che hanno portato a far sparire 50 Km quadrati di suolo agricolo all’anno, le nostre città possono e devono crescere ma facendo leva sul recupero, l’abbellimento, la messa in sicurezza”.
Lo ha detto il segretario generale della Fai Cisl, Onofrio Rota, intervenendo oggi all’Aquila all’incontro “Fai Bella l’Italia – Idee per la ripartenza”.
“Braccianti e allevatori, forestali e addetti alla bonifica, pescatori – ha detto Rota – sono mestieri che hanno svolto negli ultimi anni un ruolo sempre più rilevante nella tutela dell’ambiente e del patrimonio naturale e paesaggistico, nel rilancio intelligente di territori marginalizzati, nel contrasto allo spopolamento e alla desertificazione, nel saper cogliere le opportunità offerte dalla green economy. Per questo ai lavoratori dobbiamo dare più competenze e possibilità di professionalizzazione. Lo possiamo fare con la buona contrattazione, per rispondere ai bisogni emergenti di formazione, partecipazione, flessibilità, solidarietà. Lo possiamo fare con gli enti bilaterali agricoli, attraverso i quali possiamo davvero superare l’idea, o meglio l’illusione, di poter tamponare la crisi e programmare la ripartenza con le sole leve passive, con i soli sussidi e ammortizzatori sociali, con un paternalismo dello Stato che nel lungo periodo rischia di divenire iniquo e insostenibile. E lo possiamo fare sradicando, una volta per tutte, i fenomeni di sfruttamento e lavoro nero”.
“Quanto alla regolarizzazione – ha aggiunto il sindacalista rivolgendosi alla Ministra Bellanova, che ha partecipato all’iniziativa in videocollegamento – voglio ricordare che abbiamo presentato diverse proposte per migliorare il provvedimento, perché crediamo sia importante ampliare la platea dei beneficiari e mettere lavoratori e imprese nelle condizioni di aderire in tempi brevi e modalità sostenibili. Ma per noi quel provvedimento rimane anzitutto un fatto di civiltà. Rendere visibili gli invisibili, per noi, che lo avevamo proposto un anno fa, ben prima dell’emergenza, non era una questione semplicemente di manodopera, ma di dignità, legalità, salvaguardia delle imprese oneste. Anche questi sono fattori determinanti per ripartire. E avere avuto la vicinanza, nella nostra battaglia, anche da parte di Papa Francesco, è stato davvero un messaggio di grande valore”.

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Fonte: cisl.it

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