Lo scrivono in tanti ma è sotto gli occhi di tutti. Il Turismo è il settore che con fatica sta tentando la risalita dal “fondo” in cui la crisi lo ha spinto.
Federalberghi, l’associazione di Confcommercio che rappresenta gli albergatori, agli Stati Generali dell’Economia organizzati dal Governo, conclusi qualche giorno fa, a proposito dei turisti ha stimato che la situazione emergenziale che stiamo attraversando “comporterà nel 2020 la perdita di oltre 300 milioni di presenze (‐70% rispetto al 2018), con una perdita di fatturato del settore ricettivo pari a più di 16,5 miliardi di euro”.
A farne le spese in questo periodo sono soprattutto le attività commerciali delle Città d’Arte (Roma, Firenze, Venezia, Napoli, ecc.).
Ad analizzare l’emergenza economica che stanno attraversando questi contesti urbani è il quotidiano La Stampa in Edicola oggi con riferimento alla città di Roma, di cui sono raccolte alcune testimonianze di operatori economici che fanno la sintesi della situazione.
“I turisti non ci sono, gli impiegati lavorano a casa, i negozi aprono alle 11 quindi non ci sono più le colazioni e i romani se possono vanno al mare: non c’è nemmeno il classico pellegrino”, di conseguenza “qualcuno riaprirà a luglio, o a settembre, ma la maggior parte preferiranno farlo a marzo-aprile 2021. L’estate è bassa stagione e in queste condizioni aprire ha poco senso”.
Dunque è evidente che per il Turismo l’emergenza economica travalicherà il 2020 (lo confermava già il documento di Federalberghi) ecco perché gli ammortizzatori sociali come Cassa integrazione in deroga e assegno ordinario del FIS dovranno essere prorogati almeno fino ai primi mesi del 2021.