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Somministrati. Sciopero nel comparto sanità: Pirulli (Felsa Cisl): “Una mobilitazione per rivendicare dignità per i nostri eroi”

Roma, 23 luglio 2020 – I quasi 12 mila lavoratori somministrati del comparto della sanità risultano esclusi, in quasi tutte le regioni, dai trattamenti economici accessori ed integrativi in favore del personale sanitario impegnato durante l’emergenza epidemiologica. Ciò significa una inconcepibile disparità tra lavoratori impegnati fianco a fianco nella lotta al virus. Questo trattamento si aggiunge alla prassi diffusissima dell’esclusione dei somministrati anche dai premi di risultato definiti a livello aziendale o regionale, nonché all’esclusione dei lavoratori somministrati dall’accesso alle quote riservate per la partecipazione ai concorsi pubblici. Come afferma il Segretario Generale FeLSA Mattia Pirulli: “La loro indispensabilità per il sistema Sanitario Nazionale è testimoniata dalle numerose chiamate al servizio che non permetterà ad oltre il 50% dei lavoratori di scioperare o essere nelle piazze con noi”
Per tutti questi motivi, insieme alle altre organizzazioni di settore, la FeLSA CISL ha intrapreso un percorso di mobilitazione a livello regionale e nazionale, chiedendo, l’intervento del Ministero del Lavoro, del Ministero della Salute, del Ministero per la Pubblica Amministrazione oltre che della Conferenza Stato Regioni. Alla luce del disinteresse mostrato dai Ministeri competenti e dalla Conferenza Stato Regioni nei confronti di questa folta schiera di lavoratori al servizio dell’interesse pubblico, FeLSA CISL, NIdiL CGIL e UILTemp hanno proclamato lo sciopero nazionale dei lavoratori somministrati impegnati nel comparto sanità per l’intera giornata di venerdì 24 luglio 2020, prevedendo per quella data un presidio nazionale a Roma presso il Ministero della Salute e altri quattro presidi regionali a Torino, Milano Bologna e Pordenone. Le Organizzazioni sindacali chiedono con forza alle Amministrazioni pubbliche a tutti i livelli di trovare soluzioni adeguate e invitano i lavoratori interessati alla massima partecipazione, al fine di dare forza a questa importante mobilitazione per il riconoscimento del giusto merito per l’impegno e il lavoro svolto nella fase emergenziale, per avere gli stessi trattamenti e per dare stabilità e futuro ai rapporti di lavoro. Infatti, come dichiarato dal Segretario Generale della FeLSA CISL, Mattia Pirulli, “la soluzione c’è ed è percorribile, e consiste nel rispetto del principio della parità di trattamento fra lavoratori che svolgono le stesse attività presso le aziende ospedaliere o le aziende sanitarie locali: proprio per non dar luogo a irragionevoli discriminazioni, oramai superate dai tempi e dalla legge stessa, chiediamo che i Ministeri interessati e le Regioni ascoltino la voce di questi lavoratori, lodati a parole durante il Covid-19 e scaricati quando si è trattato di riconoscergli il lavoro svolto

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Fonte: cisl.it

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