31 luglio 2020 – “I dati di oggi dell’Istat, con la caduta del Pil di oltre dodici punti nel secondo trimestre, confermano tutte le preoccupazione espresse dalla Cisl in queste settimane sulla grave situazione economica e sociale del paese a causa delle conseguenze del Covid 19”. È quanto sottolinea la Cisl in una nota. “Il crollo record del Pil registrato dall’Istat, il più alto dal 1995, significa che siamo un paese più povero, con più disoccupati e con un aumento delle diseguaglianze sociali e del divario tra nord e sud. Se da un lato è giusto intervenire con la proroga degli ammortizzatori sociali ed il blocco dei licenziamenti, dall’altro lato dobbiamo subito mettere in campo una politica di interventi straordinari e condivisi socialmente per fermare la contrazione di tutti i comparti della nostra economia, attraverso una stagione di riforme strutturali, a cominciare da quella fiscale, proprio come avvenne negli anni novanta con la politica di concertazione. Questa è la richiesta che ha sollecitato il sindacato unitariamente nella sua recente iniziativa di piazza Santi Apostoli e lo farà anche il 18 settembre in una nuova iniziativa nazionale. Il Presidente del Consiglio Conte apra subito un confronto con il sindacato per selezionare le priorità per la crescita del paese, su cui bisognerà convogliare le ingenti risorse che l’Europa, finalmente solidale, ci ha assegnato. Serve una svolta vera e concreta. Ogni ritardo nelle scelte rischia solo di peggiorare in maniera irreversibile il quadro economico e le condizioni delle persone, soprattutto di quelle più deboli ed emarginate della società italiana”.
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Fonte: cisl.it