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Blocco dei licenziamenti fino a dicembre solo per le aziende che non usano la cig. Lavoro, ecco le novità nella bozza del decreto Agosto

Mentre a palazzo Chigi è in corso la riunione tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e i capi delegazione di maggioranza sul decreto agosto, i sindacati avvertono il governo. Se il blocco dei licenziamenti – uno dei nodi da risolvere in vista del cdm – non sarà prorogato fino a fine anno, il 18 settembre sarà sciopero generale. “Se il governo non prorogasse il blocco dei licenziamenti sino alla fine del 2020, si assumerebbe tutta la responsabilità del rischio di uno scontro sociale“, scrivono i segretari di Cgil, Cisl e Uil Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Pierpaolo Bombardieri in una nota congiunta. Gli altri nodi da sciogliere sono la durata della deroga al decreto Dignità grazie alla quale i contratti a termine possono essere prorogati senza causali e la decontribuzione per le aziende che fanno rientrare i dipendenti dalla cig, che rischia di favorire chi ha abusato dello strumento.

Divieto di licenziare fino a fine anno, il Pd apre – Se la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo è a favore della proroga fino a fine anno, il Tesoro invece spinge perché la misura termini il 15 ottobre insieme allo stato di emergenza. Ma oggi anche un esponente dem come Marco Miccoli, responsabile Lavoro della segreteria Pd, ha sottolineato che “nei giorni scorsi molti esponenti del governo sono stati chiari: blocco dei licenziamenti e cassa integrazione fino al 31 dicembre. Peraltro la linea di credito dello Sure potrebbe essere a breve a disposizione, concedendo garanzie per le risorse sugli ammortizzatori sociali per tutto l’inverno. Incertezze e misure parziali creerebbero solo preoccupazione e produrrebbero tensioni inutili“.

L’ipotesi di blocco fino a dicembre solo per chi ha chiesto la Cig per Covid – Stando all’ultima bozza del decreto, il blocco dei licenziamenti collettivi e individuali “non si applica, a partire dal 15 ottobre 2020, ai datori di lavoro che non hanno in corso sospensioni o riduzioni dell’orario di lavoro connesso all’utilizzo di ammortizzatori sociali per far fronte all’emergenza da Covid 19″. Il testo, non ancora definitivo, prorogherebbe quindi il divieto di licenziare fino a fine anno solo per le aziende che ricorrono alla cassa integrazione.

I sindacati: “No a sgravi contributivi generalizzati” – Secondo i sindacati, “chi pensa di anticipare quella data alla fine dello stato di emergenza dimostra di non avere cognizione delle elementari dinamiche del mercato del lavoro e di non preoccuparsi delle condizioni di centinaia di migliaia di lavoratrici e di lavoratori. Chi pensa che possano stare insieme sgravi contributivi e fiscali generalizzati (vedi Irap) e licenziamenti non capisce che ora è il tempo della coesione sociale e degli investimenti sul lavoro”. Nei giorni scorsi le sigle avevano infatti presentato le loro richieste anche sul fronte degli sgravi alle aziende per le nuove assunzioni, che vorrebbero legati a incrementi occupazionali netti e concentrati su specifici settori.

La decontribuzione per chi fa rientrare i dipendenti dalla cig può favorire i furbi – Un altro punto caldo sono i quattro mesi di decontribuzione previsti per le imprese che fanno rientrare i dipendenti dalla Cig: il nodo è che in questi giorni, come raccontato da ilfattoquotidiano.it, sono emersi casi di aziende che hanno chiesto ai lavoratori in cassa di continuare a lavorare, pagati dallo Stato. Si rischia dunque che l’ulteriore aiuto vada proprio a chi ha chiesto aiuti pubblici senza averne bisogno, guadagnandoci: infatti i “furbetti” avranno meno problemi degli altri a rinunciare alla cig.

Le aziende senza cali di fatturato pagheranno se chiedono la cig Covid – In compenso il decreto prevede anche che chi ha avuto un calo di fatturato inferiore al 20% debba contribuire al costo della cassa versando il 9% della retribuzione globale che sarebbe spettata al lavoratore per le ore di lavoro non prestate. E chi non ha registrato perdite dovrà pagare il 18%. L’Ufficio parlamentare di bilancio ha rilevato che un quarto delle ore di Cig per Covid sono state chieste da imprese che non hanno subito cali nel volume di attività.

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Fonte: ilfattoquotidiano.it

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