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Due consiglieri di Milano e Trento si “autodenunciano”: “Abbiamo chiesto il bonus 600 euro, non viviamo di politica”

“Sarei coinvolta nello scandalo dei ‘furbetti del bonus‘ e mi autodenuncio. Non vivo di politica perché non voglio e non potrei”. Così Anita Pirovano, consigliera comunale a Milano per la lista di sinistra Milano Progressista, ha spiegato in un post su Facebook di aver ottenuto l’indennità Inps destinata ai liberi professionisti in difficoltà a causa dell’emergenza coronavirus. Come i cinque deputati ancora anonimi, perché nessuno di loro ha avuto il coraggio per ora di uscire allo scoperto. Ma c’è un’altra differenza, sostanziale: “Pur lavorando tanto ed essendo componente di un’assemblea elettiva (il che non mi garantisce né un’indennità né banalmente i contributi inps) ho un reddito annuo dignitoso e nulla di più“, spiega Pirovano, che è psicologa e ricercatrice sociale. Nel primo pomeriggio anche il consigliere comunale di Trento Jacopo Zannini (L’altra Trento a sinistra) ha scritto su fb di aver chiesto i 600 euro “visto che con i gettoni di presenza non sarei arrivato a fine mese” e “anche io non vivo di sola politica, pago l’affitto ogni mese e per marzo e aprile sono rimasto senza lavoro”.

“Ho un mutuo, faccio la spesa, mantengo mia figlia e addirittura ogni tanto mi piace uscire e durante le ferie andare in vacanza”, aveva scritto Pirovano. Ma “ho capito sulla mia pelle che avere un lavoro (nel mio caso più d’uno in regime di lavoro autonomo) mi consente di essere “più libera” nell’impegno politico presente e ancora più nelle scelte sul futuro, per definizione incerto”. Insomma: una situazione totalmente diversa rispetto a quella di un parlamentare con uno stipendio netto di oltre 12mila euro esclusi i rimborsi spese. “Come tanti mi indigno, perché è surreale che un parlamentare in carica fruisca di ammortizzatori sociali”, scrive infatti la consigliera, “e penso sia paradossale che una misura di sostegno al reddito non preveda nessuna soglia di reddito. Tutto ciò premesso, qualcuno mi spiega perché da lavoratrice, e la politica non è un lavoro per definizione, non avrei dovuto fare richiesta di una misura di sostegno ai lavoratori perché faccio anche politica?”.

Secondo quanto riportato da Repubblica, tra i percettori del bonus Inps ci sarebbero anche 2mila tra assessori regionali, consiglieri regionali e comunali, presidenti di Regione e sindaci. ”Mi arrabbio ancor più – conclude la consigliera comunale – se penso che tra questi probabilmente sarà stato tirato in causa anche qualche sindaco di un piccolissimo Comune con una grandissima responsabilità pubblica e un’indennità di poche centinaia di euro annue, accomunato ai parlamentari o ai consiglieri regionali dal comune impegno politico ma non dal conto in banca”.

L’articolo Due consiglieri di Milano e Trento si “autodenunciano”: “Abbiamo chiesto il bonus 600 euro, non viviamo di politica” proviene da Il Fatto Quotidiano.

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Fonte: ilfattoquotidiano.it

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