Roma, 17 agosto 2020. “L’ incertezza sul futuro dell’apertura della scuola vola sulle ali del vedremo, valuteremo, decideremo. Siamo a meno 27 giorni dalla ripartenza, anzi a meno 20 per la scuola dell’infanzia della Lombardia, e ancora non sappiamo se ci sarà un cancello aperto. Mancava un consistente piano d’azione e lo sapevamo un po’ tutti. Purtroppo non c’è neppure un piano B. In compenso siamo al sesto o settimo monitoraggio e in ogni rilevazione si sollecita attenzione e gestione oculata delle risorse perché la Corte dei Conti e il MEF sono in agguato”.
Non nasconde la sua preoccupazione Maddalena Gissi, segretaria generale CISL Scuola. “I numeri degli investimenti scanditi in ogni intervista – sostiene – sbandierando sempre la cifra più alta per colpire la pubblica opinione, sono in realtà del tutto insufficienti. I fondi ripartiti fra gli Uffici Regionali col decreto interministeriale del 10 agosto, poco meno di 1 miliardo di euro, non garantiscono enormi margini di intervento”.
La CISL Scuola ha tentato qualche simulazione (vedi tabella allegata) sull’uso delle risorse distribuite agli Uffici Scolastici. Come è noto, alle regioni non è stato assegnato un numero precisamente individuato di posti, ma fondi che saranno gli stessi uffici a utilizzare in base al fabbisogno. Nella simulazione condotta, assumendo a riferimento i costi pro-capite indicati nello stesso decreto interministeriale, qualora le si utilizzasse per assumere 10.000 collaboratori scolastici (che su 8.200 istituzioni scolastiche equivalgono in media a 1,2 posti in più per ogni istituto), con quelle residue si potrebbero reclutare meno di 31.000 insegnanti, limitandosi oltretutto a quelli appartenenti al profilo con retribuzione minore (infanzia e primaria). Da distribuire fra oltre 170.000 sezioni e classi. “C’è da augurarsi – commenta la segretaria generale CISL Scuola – che si chiarisca quanto prima quali e quante ulteriori risorse aggiuntive potranno arrivare dal decreto agosto, le scuole devono sapere per tempo di quali margini operativi potranno disporre”.
A completare un quadro di notevole incertezza sulle condizioni in cui potranno riprendere le attività scolastiche, c’è anche la questione delle graduatorie per le supplenze, 750.000 domande da verificare, tutt’altro che scontato che lo si riesca a fare senza problemi con così poco tempo a disposizione. In un contesto del genere i dirigenti scolastici rischiano seriamente di essere le vittime sacrificali di una gestione che si sta rivelando sempre più inadeguata rispetto alla quantità e alla complessità dei problemi da affrontare e risolvere.
“Abbiamo chiesto alla Ministra un incontro urgente per conoscere in modo più esauriente e approfondito i dati dei monitoraggi e le richieste delle scuole – conclude Maddalena Gissi -, ma non abbiamo ancora avuto alcuna risposta. Serve il massimo coinvolgimento su una partita così complessa e difficile, la ripresa delle attività scolastiche in presenza non può essere gestita come una realtà a sé stante e nel chiuso delle stanze ministeriali”.
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Fonte: cisl.it