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Riapertura scuole, Miozzo (Cts): “Noi siamo per mascherina in aula. Se positivi, si decide caso per caso”. Nuovi banchi dal 7 settembre

La decisione finale sull’obbligo di indossare la mascherina in classe (qualora sia impossibile garantire le distanze) e sul protocollo da seguire in caso di studenti sintomatici a scuola è attesa nelle prossime ore, al termine dell’incontro previsto a Roma tra la ministra Lucia Azzolina e il Comitato tecnico scientifico. Ma a fornire un’indicazione su come sarà l’avvio del nuovo anno scolastico al tempo del coronavirus è il coordinatore del Cts Agostino Miozzo. “Questa malattia ha imposto tre pilastri: il distanziamento, l’uso della mascherina e l’igiene. Sono indiscutibili e saranno validi per il mondo scolastico“, ha dichiarato a SkyTg24, prevedendo eccezioni solo in caso di ragazzi non udenti o momenti didattici come l’interrogazione. “L’indicazione sarà: utilizziamo la mascherina perché è un importante strumento contro il virus”. Miozzo ha fornito anche ulteriori chiarimenti sulla gestione dei casi Covid a scuola, mentre nel pomeriggio i sindacati hanno fatto sapere di aver firmato il protocollo di sicurezza per le scuole dell’infanzia.

Mascherina in classe? – Le domande senza risposta però sono ancora tante. Riguardo alle mascherine, resta da capire se l’obbligo sarà valido sempre, quindi anche mentre i ragazzi sono seduti al banco, o solo durante gli spostamenti all’interno degli istituti, come trapelato finora dai protocolli in cantiere al ministero. Il tema è già stato sollevato in una precedente riunione del Cts, durante la quale gli scienziati hanno autorizzato la deroga al distanziamento sociale nelle classi troppo piccole (a patto di indossare sempre la mascherina), in modo tale da permettere a tutti gli studenti italiani di tornare a scuola il 14 settembre. Presidi ed enti locali, infatti, sono al lavoro da settimane per garantire a tutti spazi adeguati, ad esempio individuando strutture esterne alle scuole dove collocare gli studenti in eccesso, ma in molte realtà locali non è detto che si riesca a raggiungere l’obiettivo in tempo. Da qui la concessione degli scienziati, limitata “al periodo necessario a consentire la ripresa delle attività”.

Cosa fare in caso di sintomi a scuola – Un altro tema all’ordine del giorno è quello del protocollo da seguire in caso di contagio a scuola. Già ieri il viceministro Pierpaolo Sileri ha anticipato la linea del governo, sostenendo che per impedire la diffusione del virus verrà predisposta la “chiusura temporanea” degli istituti dove si registrano alunni infetti. “È sicuro che ci saranno dei casi nelle scuole. Se si dovesse verificare un caso non vorrà dire chiudere le scuole, vorrà dire esaminare il contesto di volta in volta e, se necessario, mettere in quarantena una classe o l’intera scuola: questo sarà discusso di volta in volta con le autorità sanitarie locali”, spiega oggi Miozzo. L’ipotesi a cui lavora il Cts, riunito per valutare il documento preparato da Istituto Superiore di Sanità, Inail e ministeri sull’argomento, è quella di effettuare tamponi immediati in caso di studenti o prof con sintomi (in modo analogo a quanto avviene negli aeroporti) e di portarli in una “sala Covid” in attesa del ritorno a casa. Se si sarà costretti a mettere un’intera classe o un istituto in quarantena, poi, scatterà la didattica a distanza.

Attesa per test ai prof e l’arrivo dei banchi – In vista della ripartenza, però, ci sono ancora altri nodi da sciogliere: dal 24 agosto partiranno i test sierologici per insegnanti e bidelli (su base volontaria). Le Regioni, a cui spetta il compito di organizzare il tutto, hanno fatto sapere di aver già ricevuto due milioni di kit da Roma. Ma i medici di base chiedono, tramite un comunicato, che non siano soltanto loro ad effettuarli. Poi c’è il capitolo banchi. Per garantire il distanziamento sociale tra i ragazzi, infatti, oltre ad aule più grandi sono in arrivo i circa 3 milioni di arredi – tra banchi monoposto e sedie – ordinati dal ministero tramite il bando europeo del commissario Arcuri. Anche su questo è prevista una riunione a cui sono attesi esponenti dell’Anci, dell’Associazione nazionale presidi, il ministro dell’Istruzione, lo stesso Arcuri, gli Uffici scolastici regionali e i maggiori sindacati della scuola. Stando alle ultime informazioni, la distribuzione dei primi banchi agli istituti che ne hanno fatto richiesta comincerà tra il 7 e l’8 settembre e andrà avanti per tutto il mese di ottobre.

Il protocollo per le scuole dell’infanzia – Con un comunicato congiunto diffuso nel pomeriggio, Cgil, Cisl e Uil hanno fatto sapere di aver sottoscritto con il ministero della Salute il Protocollo sicurezza per servizi educativi e scuole dell’infanzia. “I bambini, le famiglie e i lavoratori del sistema integrato per l’educazione e istruzione da 0 a 6 anni potranno iniziare a settembre un nuovo percorso educativo sicuro e strutturato”, dichiarano. “Con questa firma, si creano le condizioni affinché, nello spirito di responsabilità e di condivisione, la molteplicità dei soggetti coinvolti potrà convergere per assicurare le migliori condizioni della ripartenza”. Nel documento, da diffondere ora ai presidi degli istituti, sono indicate le regole da rispettare in materia di igienizzazione di locali e arredi; gestione della prima fase di manifestazione di sintomi riconducibili al contagio; informazione sulle regole di prevenzione per bambini, genitori e docenti. Inoltre, cinque i punti “particolarmente qualificanti” che secondo sindacati confederali e categorie “aprono prospettive di ulteriore approfondimento e miglioramento”: si tratta cioè di garantire la stabilità e la continuità delle classi con i propri maestri, evitando l’utilizzo promiscuo di spazi da parte dei bambini di diversi gruppi/sezioni. I sindacati hanno ottenuto anche il coinvolgimento delle Asl nel sostegno psicopedagogico e soluzioni più flessibili rispetto al passato relative ai servizi mensa.

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Fonte: ilfattoquotidiano.it

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