Dalla nostra inviata V.G. – La vicenda ce la racconta Gianmarco Laurenzi, bagnino come tanti della provincia teramana che nei mesi scorsi ha coordinato e portato avanti la battaglia per ottenere il Bonus 600 euro negato dall’INPS a circa 130 lavoratori perchè dipendenti di cooperativa e non azienda con Ateco del turismo.
“Anche se siamo lavoratori del turismo per eccellenza, siamo bagnini, l’INPS ci aveva inizialmente rigettato la domanda del Bonus di 600 euro perchè siamo dipendenti di una cooperativa. Poi, senza che nessuno ci dicesse nulla, abbiamo avuto l’intuizione di fare la domanda come stagionali di settori diversi dal turismo cogliendo l’opportunità offerta solo più tardi, dal Decreto rilancio, e l’indennità ci è stata accreditata solo in agosto, pochi giorni fa” ci dice, seduto ai tavolini di un bar, a Giulianova (TE) durante il nostro incontro.
La storia di Gianmarco e dei bagnini di Teramo non è una come tante perchè della vicenda si è interessata anche il sindacato locale Filcams-Cgil e l’on. Antonio Zennaro (ex M5S, Gruppo Misto) che ha proposto un’interrogazione specifica alla Ministra del Lavoro Nunzia Catalfo lo scorso giugno.
Interrogazione che ha portato ad acquisire la disponibilità della Catalfo a risolvere la questione di “malaburocrazia” cogliendo l’opportunità offerta dal Decreto Rilancio che nel frattempo aveva previsto la categoria dei “lavoratori stagionali diversi dal turismo nella quale i bagnini dipendenti di cooperativa sono stati inseriti nell’ottica di dare la massima diffusione della tutela.
La questione però è stata risolta con l’avvio di una semplice procedura di riesame, come prometteva l’INPS con la circolare n. 67 del 29 maggio scorso (“verrà considerata utile quella già presentata”), oppure con una nuova domanda?
La risposta ce la da sempre Gianmarco: ”per ottenere il Bonus abbiamo dovuto rifare la domanda come stagionali di settori diversi dal turismo cogliendo l’opportunità offerta solo mesi dopo, dal Decreto rilancio, e l’indennità ci è stata accreditata solo in agosto, pochi giorni fa. Dunque non esattamente nel periodo dell’emergenza durante il quale invece l’intervento di un sostegno economico avrebbe avuto tutt’altro significato”.
Dunque l’INPS prometteva di far andare avanti la domanda con un semplice «riesame» ma è stato comunque necessario fare una nuova domanda.
Nuova domanda che però apriva ad almeno due certi motivi di esclusione che hanno poi sancito l’estromissione di migliaia di lavoratori stagionali: l’aver fatto la domanda oltre i termini decadenziali oppure l’aver fatto la domanda nel momento in cui era già in corso un nuovo rapporto di lavoro (requisito, quest’ultimo, “trascinato” dal DL Cura Italia con riguardo agli stagionali del turismo e stabilimenti termali).
“Alla fine abbiamo ricevuto 1.800 euro (600×3, ndr) anziché 2.200 perchè i 1.000 euro di maggio erano destinati solo a chi fosse stagionale dipendente da aziende turistiche“ precisa Gianmarco (per visualizzare il documento di accoglimento clicca qui).
Dunque una storia di ritardi e disservizi, come troppo spesso è capitato negli ultimi mesi, probabilmente a causa del continuo invio massivo di domande dettato dall’emergenza. Certamente vale la pena domandarsi quanti altri lavoratori in analoghe situazioni, pur avendone avuto pienamente diritto sono stati esclusi dai Bonus per via di una catena di norme, decreti e circolari che anziché includerli li ha pian piano estromessi.
(Nella foto una delle tante torrette di salvataggio della spiaggia di Giulianova – TE)
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