Protagonista della storia è la Straberry, azienda innovativa – fondata da Guglielmo Stagno d’Alcontres, siciliano dalle origini nobili, laureato all’Università Bocconi di Milano – che vende a bordo degli Apecar collocati nelle grandi città gelati, succhi e altri prodotti tutti derivanti da frutta a chilometro zero coltivata nella terre di proprietà di famiglia. L’azienda da qualche giorno è al centro della cronaca per un’inchiesta giudiziaria per reati di sfruttamento del lavoro.
A raccontare i contorni della vicenda è il quotidiano il manifesto in Edicola oggi che, a proposito dell’idea innovativa di business scrive:
“il tutto nascondeva qualcosa di molto più antico e mai passato di moda: lo sfruttamento dei lavoratori, specie su i braccianti migranti. La Guardia di Finanza ha sequestrato tutti i beni di Straberry, sette fra amministratori e dipendenti sono indagati per sfruttamento del lavoro e intermediazione illecita nei confronti di un centinaio di braccianti, in maggioranza africani subsahariani“.
L’indagine lampo avviata a maggio da controlli di routine sulle banche dati dei lavoratori assunti ha evidenziato sin da subito un comportamento anomalo e perpetuato dell’azienda: l’assunzione dei lavoratori e l’annullamento di ogni procedura dopo pochissimi giorni. Questo ”strumento” ha insospettito la Guardia di Finanza che ha scoperto che l’azienda assoldava i dipendenti per un paio di giorni di prova senza pagarli in modo da comparire in regola in caso di controlli, salvo poi cancellare l’assuzione dopo pochi giorni.
In questo modo per i lavoratori, una volta allontanati dall’azienda, sarebbe stato difficile poter fare causa perché la prestazione oltre a non essere retribuita non sarebbe stata neppure dimostrabile.