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Air Italy, verso accordo su cassa integrazione e misure per ricollocare i 1.453 dipendenti della compagnia in liquidazione da febbraio

Per Air Italy qualcosa inizia a muoversi. Dopo l’incontro fiume di lunedì al ministero del Lavoro, sindacati, azienda, Regioni Lombardia e Sardegna e i responsabili dei dicasteri del Lavoro, dello Sviluppo economico e dei Trasporti si incontreranno mercoledì con l’obiettivo di formalizzare una prima intesa. Nel dettaglio, l’accordo riguarda la procedura di mobilità, dieci mesi di cassa integrazione e l’impegno da parte delle Regioni ad attivare politiche attive per ricollocare i lavoratori della compagnia aerea messa in liquidazione in bonis l’11 febbraio scorso dopo aver chiuso il 219 con 200 milioni di perdite.

Inoltre prevede di corrispondere ai lavoratori l’indennità di mancato preavviso al termine della procedura di licenziamento, di anticipare il pagamento delle 13esime, delle 14esime e del Tfr maturato in azienda per sopperire ai presumibili ritardi dell’Inps nell’erogazione degli assegni. Nessun limite invece è stato posto alla possibilità volontaria di licenziamento per intascare subito l’indennità di mancato preavviso e la Naspi.

“Martedì abbiamo avuto un primo incontro estremamente costruttivo – ha spiegato Rosario Caciuottolo, responsabile nazionale assistenti di volo della Uil Trasporti – La trattativa fra le parti ha portato alla definizione di una bozza di documento per tutelare i lavoratori non solo con i dieci mesi di cassa integrazione, ma anche con l’impegno delle Regioni ad avviare una serie di politiche attive a favore dei dipendenti Air Italy. Misure di cui dovremo poi definire i dettagli”. Questo primo passaggio è una boccata d’ossigeno per i 1.453 dipendenti di cui oltre 500 localizzati in Sardegna e un migliaio nello scalo lombardo di Malpensa. Soprattutto dopo che il 25 agosto l’Ente nazionale per l’aviazione civile (Enac) ha sospeso la licenza di trasporto di Air Italy chiudendo di fatto ad ogni futura possibilità di rilancio.

La decisione dell’Enac ha alzato ulteriormente il livello dello scontro fra i lavoratori e i liquidatori. Così i sindacati si sono rivolti ai ministeri competenti per avviare una delicata trattativa che affonda le radici nell‘articolo 20 del Cura Italia. “Abbiamo chiesto il diritto alla indennità di mancato preavviso in base al contratto nazionale di lavoro e rispetto alle qualifiche possedute, il mantenimento e rinnovo dei brevetti e delle licenze del personale avente diritto a carico dell’azienda e l’interessamento da parte del ministero del Lavoro presso l’Inps in modo da poter ridurre al minimo il disagio dovuto al ritardo nell’erogare la Cig”, ha spiegato il segretario regionale della Fit Cgil Arnaldo Boeddu. Il minimo sindacale, insomma. Da cui resta, al momento, esclusa la cancellazione di una clausola, voluta da Air Italy che consente all’azienda di licenziare i dipendenti in caso, per qualunque ragione, mancasse o fosse revocata la cassa integrazione. Clausola che anche il ministero del Lavoro ha osteggiato, e che domani potrebbe scomparire dai verbali di accordo.

A questo punto, una volta formalizzata l’intesa, le associazioni di categoria puntano ad allargare ulteriormente la trattativa con l’obiettivo di far rientrare la vertenza Air Italy in un più ampio progetto nazionale per l’aviazione civile che ruoti attorno all‘Alitalia. “Al netto delle politiche attive, siamo consapevoli che non sarà facile ricollocare i 1.500 dipendenti Air Italy, soprattutto il personale di volo – ha ripreso Caciuottolo – Al tempo stesso, osserviamo da vicino i lavori per la costituzione della Newco Alitalia attorno alla quale si dovrà sviluppare una strategia per l’intero settore”. Resta il fatto che l’unica certezza per il momento è la fine dell’avventura di Air Italy, la compagnia controllata da Alisarda (51%) e Qatar Airways, che assieme a Meridiana doveva alimentare i flussi turistici verso la Costa Smeralda.

L’articolo Air Italy, verso accordo su cassa integrazione e misure per ricollocare i 1.453 dipendenti della compagnia in liquidazione da febbraio proviene da Il Fatto Quotidiano.

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Fonte: ilfattoquotidiano.it

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