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Il Sole 24 Ore – Decreto Ristori, escluse molte attività: ecco come possono rientrare

Il Decreto Ristori è il vigore dal 29 ottobre scorso ma gli indennizzi previsti per le aziende costrette alla chiusura – totale o parziale a seconda del tipo di attività e delle prescrizione del Dpcm 24 ottobre – non arrivano a coprire proprio tutti. Vi sarebbero interi settori scoperti o comunque aziende che svolgono una pluralità di attività (specie dei Servizi) escluse dai benefici.

Lo mette bene in evidenza Il Sole 24 Ore di oggi in edicola:

“Fin dall’annuncio del Dl Ristori sono partite le denunce dei settori scoperti. Ma anche delle situazioni limite, come le attività miste, che traggono poco meno di metà dei ricavi da attività chiuse e non hanno diritto ad aiuti. O delle attività situate in centri commerciali.
Si tratta di attività che scalpitano per rientrare nel meccanismo e che dovrebbero farlo grazie al possibile allargamento della platea, previsto dalla norma. Ma se con uno o più Dm possono essere certo individuati ulteriori codici Ateco «direttamente pregiudicati dalle misure restrittive», il plafond disponibile per ora è solo di 50 milioni di euro (contro i quasi 2,5 miliardi già messi sul piatto). E ci sono ancora tantissime partite Iva – dall’horeca agli agenti di commercio – che ritengono di aver diritto ai bonus”.

Dunque la soluzione a queste falle del sistema potrebbe essere l’ampliamento della platea dei beneficiari attraverso l’emanazione di decreti ministeriali, lo prevedo lo stesso testo di legge.

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