“E’ incomprensibile e ingiustificabile l’assenza delle attività di ristorazione senza somministrazione al tavolo dagli indennizzi stanziati dal Governo con il decreto ristori”.
Lo scrive la CNA in una lettera inviata ai ministri dell’Economia Gualtieri e dello Sviluppo economico Patuanelli per chiedere all’esecutivo di superare la discriminazione contenuta nel Decreto Ristori e di riconoscere il giusto indennizzo anche alle imprese artigiane direttamente colpite dalle misure restrittive.
L’organizzazione degli artigiani evidenzia che “decine di migliaia di pizzerie al taglio, rosticcerie, piadinerie e gastronomie sono escluse dai contributi sulla base di una inaccettabile distinzione tra pubblico esercizio e non, nonostante le attività artigiane della ristorazione siano state assoggettate ai medesimi obblighi, in termini di orari, capienza e sicurezza rispetto alle attività effettuate con somministrazione”.
E ciò si realizza – sottolinea la Confederazione di piazza Armellini – nonostante “il consumo sul posto sia stato formalmente precluso, almeno a partire dalle ore 18.00. Di conseguenza, il calo di fatturato è indubbio, se si consente a queste attività l’esclusivo ricorso all’asporto e alle consegne a domicilio nella fascia tardo-pomeridiana e serale”.
(In foto immagini di repertorio di una Assemblea di CNA)