Lo ha confermato il sottosegretario al Ministero dell’Economia Pierpaolo Baretta parlando ieri sera a Skytg24 e lo conferma il quotidiano La Stampa in edicola oggi:
“se nel prossimo dpcm adotteremo il criterio delle tre zone, rossa, arancione e verde, anche gli aiuti economici seguiranno alla stessa maniera, partendo da chi per scelta governativa è stato costretto a chiudere”.
Dunque considerato che il Dpcm prevede la divisione dell’Italia in zone in cui si applicheranno restrizioni e chiusure differenti, è evidente che il Decreto Ristori bis che ne seguirà prevederà indennizzi differenti.
Ipotesi di lavoro, questa, molto concreta e confermata anche da altri esponenti di Governo ma che creerà una evidente disparità di trattamento. Si pensi – ad esempio – a quelle attività economiche che si collocano delle zone di confine di una determinata Regione (zona verde) e che servono fondamentalmente clientela proveniente dalla Regione confinante (zona rossa), avviando in quest’ultima il divieto di spostamento da Regioni a Regioni le predette attività economiche pur continuando a rimanere aperte verrebbero penalizzate dal calo del fatturato, non riequilibrato da adeguati indennizzi.
Da non trascurare il fatto che questi decreti colpiscono e penalizzano intere aree regionali, ma soprattutto anche aree interne, in alcuni casi depresse dal punto di vista dello sviluppo economico, che spesso vivono problematiche che vanno al di là dell’emergenza sanitaria, pur con la consapevolezza che il picco dei contagi si riscontra solo in nei centri urbani, con la conseguenza che per risolvere problemi localizzati si chiedono sacrifici a tutti.