La Lombardia guida la classifica delle imprese colpite dalla nuove restrizioni anti Covid che riceveranno i primi bonifici dall’Agenzia delle Entrate per effetto del Decreto ristori. Grazie al quale stando alle stime del governo 466mila attività saranno parzialmente indennizzate per le perdite causate da chiusure e limitazioni. Sulle 211.488 aziende per cui sono già stati inviati mandati di pagamento per un totale di 964 milioni di euro sono 32mila i beneficiari con sede nella Regione più colpita dal virus. Segue il Lazio, con oltre 20mila attività che riceveranno i contributi a fondo perduto. Oltre 17mila hanno sede rispettivamente in Veneto, Campania ed Emilia Romagna, 16.600 in Toscana, 14mila in Piemonte, circa 13mila in Sicilia e Puglia, oltre 5mila in Calabria e Marche.
“A ricevere i contributi sono 154mila bar, pasticcerie, gelaterie e ristoranti per un importo di oltre 726 milioni di euro e 25mila operatori dell’ospitalità per 106 milioni di euro”, fanno sapere dall’Agenzia delle Entrate. “Sono circa 9mila i beneficiari che operano nelle attività sportive e di intrattenimento e nel trasporto. Tra le altre attività con più erogazioni spiccano quelle artistiche (2.935), quelle di supporto alle imprese (1.482) e quelle professionali (1.206)”.
Il decreto Ristori è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il 29 ottobre. I primi contributi arriveranno “in soli nove giorni“, come rivendicato dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e dalle Entrate, perché si tratta di contribuenti che avevano già ricevuto durante l’estate gli aiuti a fondo perduto previsti dal decreto Rilancio in base alla riduzione di fatturato tra aprile 2019 e aprile 2020. Il decreto Ristori, proprio per velocizzare i tempi, prevede indennizzi parametrati a quelli già ricevuti – le attività chiuse per esempio prenderanno il 200% di quanto già avuto – e automatici per chi li aveva già chiesti. Gli altri dovranno fare domanda e attendere un po’ di più.
L’articolo Ristori, partiti bonifici per le prime 211mila imprese (su 466mila): “154mila sono bar, pasticcerie e ristoranti. 32mila in Lombardia” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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Fonte: ilfattoquotidiano.it