Che le risorse al Fondo Artigiani, utili per pagare la cassa integrazione dei lavoratori dell’Artigianato, non fossero arrivati sul conto corrente del Fondo lo si era capito già dalla tarda serata di venerdì scorso quando la Confartigianato in una nota stampa riportava le parole, inequivocabili, di Dario Bruni, Presidente di FSBA.
“Queste risorse – dichiarava il Presidente del Fondo Artigiani – sono indispensabili per erogare le prestazioni di sostegno al reddito ai dipendenti delle imprese artigiane in sospensione dal lavoro ‘per Covid-19’. Auspichiamo che non si frappongano ritardi burocratici e che i fondi vengano resi rapidamente disponibili nelle casse di Fsba che provvederà immediatamente ad erogarli ai destinatari”.
E poi è arrivato anche il post su Facebook del sindacato Uil Artigianato (per approfondire clicca qui). Dunque la nota del Ministero del Lavoro andava interpretata come l’annuncio di un imminente arrivo della tranche di 448 milioni e non della ”consegna” vera e propria.
Ancora attese dunque per i lavoratori dell’artigianato. Ma per quanto? Un segnale – quantomeno di chiarezza -, sembra giungere da qualche ora dalla CNA, l’altra organizzazione degli artigiani e parte costitutiva del FSBA. In particolare, dalla CNA di Firenze che per bocca del suo Presidente Giacomo Cioni ha così dichiarato al quotidiano on-line Nove da Firenze:
“Sono in arrivo dalla Banca d’Italia 448.125.003,97 euro per la cassa integrazione dei lavoratori dell’artigianato. Il tempo del passaggio a FSBA, il Fondo di Solidarietà Bilaterale dell’Artigianato, e da Venerdì 27, o al peggio ad inizio della prossima settimana, partiranno i bonifici alle imprese che, a loro volta, potranno versare quanto dovuto ai loro dipendenti” (fonte: www.nove.firenze.it).
Dunque secondo l’esponente fiorentino di CNA lo sblocco delle risorse per la cassa integrazione di luglio, agosto, settembre e una parte di ottobre è ormai imminente e indica anche un vero e proprio “calendario dei pagamenti” che prevede i bonifici alla imprese e poi ai dipendenti, secondo le procedure “toscane” della bilateralità.
Si tratta di dichiarazioni che per ora – va detto – non trovano conferma da parte degli organismi nazionali dei sindacati di categoria, né dalla stessa CNA nazionale.