25 novembre 2020 – “La Giornata mondiale contro la violenza alle donne è anche quest’anno un momento di forte mobilitazione e di denuncia contro i continui episodi di violenza, molestie, umiliazioni a danno di tante donne, spesso in una drammatica solitudine”. È quanto sottolinea oggi sulle pagine del quotidiano “Avvenire” la Segretaria Generale della Cisl, Annamaria Furlan. “Discriminazioni, umiliazioni, violenza ed odio nei confronti delle donne non sono il passato, ma dominano il nostro presente e fanno regredire la nostra democrazia”, aggiunge la leader Cisl. “Dobbiamo tutti mobilitarci per cercare di cambiare questa orribile situazione”. Anche il sindacato, ricorda la Furlan, può fare molto attraverso la contrattazione per prevenire le forme di discriminazione sessuale e tutelare la donna in ogni ambito. “Abbiamo fatto tanti accordi in questi anni, a livello nazionale ed anche territoriale, per supportare le vittime di violenza e di molestie nei posti di lavoro con percorsi di accompagnamento e con l’intervento di tutta la rete antiviolenza. Ci sono tanti esempi di contratti di secondo livello in cui abbiamo elaborato un “codice di condotta” da applicare in ogni azienda per prevenire le molestie ed il mobbing. Bisogna rafforzare questa buona prassi, anche a livello europeo, promuovere in ogni luogo di lavoro accordi per una “tolleranza zero”, in modo da tutelare la dignità delle donne, la loro autonomia decisionale, accompagnarle a ricostruire la loro vita. Furlan sottolinea che le donne hanno pagato e continuano purtroppo a pagare, anche un prezzo altissimo a causa della pandemia e delle ripercussioni negative sulla nostra economia. “Tantissime donne sono state le prime a ricadere nell’area della precarietà, dell’emarginazione, della povertà. Senza sostegni alla maternità, soprattutto in un periodo come questo dove il Covid ci sta costringendo a rivedere l’intera gestione della vita quotidiana, sono le donne a rinunciare al proprio posto di lavoro. Solo lo scorso anno più di 37mila neo mamme hanno dato le dimissioni dopo la nascita del primo figlio. Quest’anno, a causa del Covid, questo numero sta raddoppiando. È necessario fare di più per incrementare il lavoro femminile, come forma di riscatto civile e di inclusione sociale, battersi anche per una effettiva parità salariale tra uomini e donne”, conclude la leader Cisl
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Fonte: cisl.it